di STEFANIA PIAZZO – I nodi iniziano a diventare più stretti. Tira tira… L’aveva detto l’altro giorno il capogruppo di Alleanza Popolare in Lombardia: vedi, Salvini, se agiti la ghigliottina ricorda che poi a Danton e Robespierre rotolarono le teste. E adesso si inizia a sentire il brusio della politica irritata dal cannoneggiare salviniano sull’Europa, sull’euro, su Alfano da mettere in galera. Sulla diserzione a Montecitorio al discorso di Mattarella. Così, l’asse centrista con cui Maroni e Zaia governano iniziano a far sapere che Salvini forse ha qualche problema.
PRIMO NODO: alleati pronti a staccare spina in Lombardia?
Inizia Maurizio Lupi, il capogruppo di Alternativa Popolare. “Se il presidente Maroni si ripresenterà con un programma in cui c’è l’uscita dall’euro, è Maroni stesso che contraddirebbe la sua storia, la sua capacità di governo e le ragioni che ci hanno tenuto assieme in questi cinque anni. Ma questo è un problema della Lega, non nostro”. L’appuntamento non è chissà quando ma oggi, in vista della discussione di una risoluzione sulle politiche Ue nella seduta comunitaria del Consiglio regionale. Quindi politica dei due forni? Salvini fa il cattivo e Maroni il buono? Finora “in Lombardia la sintesi l’ha rappresentata Maroni”. “Speriamo – ha quindi aggiunto – che la Lega risolva le sue contraddizioni. Se invece prevarranno altre logiche, penso che il primo a non condividerle sarà proprio Maroni. Diciamo che se ci sarà una Le Pen lombarda, immagino si candiderà autonomamente, come in Francia”. Poi il giudizio universale: “Solo chi vive la politica come una cosa astratta e ha solo l’interesse a prendere un voto in più o a tenere alti i sondaggi puo’ immaginare una Lombardia senza l’Europa”. Una posizione europeista che, ha osservato Lupi, deve accomunare tutte le forze italiane che si appartengono al Ppe, quindi “anche Forza Italia”. Eh sì, perché è su questo inciampo che Lega e Forza Italia devono fare i conti.
SECONDO NODO: bocciata election day, referendum autonomia per i fatti loro
Mentre dal centrodestra sparano su Salvini, dal centrosinistra azzeccano il colpo. “Il presidente del Consiglio mi ha confermato che non c’è la disponibilità del governo a un ‘Election day’ con le amministrative di giugno. Quindi ho parlato con il presidente del Veneto Luca Zaia e nei prossimi giorni decideremo la data, che io penso sarà all’inizio di ottobre”. Roberto Maroni incassa lo sgarbo istituzionale. Problemi dentro e fuori casa.
TERZO NODO: Verona, Forza Italia si spacca su candidato Lega
Poi c’è il caso Verona, caso nazionale. Forza Italia questa volta ha alzato la voce del dissenso sui dickat leghisti e ha sbottato sulla candidatura a sindaco di Federico Sboarina, annunciata l’altroieri dal commissario veneto forzista Adriano Paroli. Già la corsa è in salita, a questo si aggiunge lo strappo di Alberto Giorgetti, deputato forzista ed ex sottosegretario all’Economia, con la coda velenosa di sindaci e consiglieri comunali azzurri del veronese contro la scelta di appoggiare Sboarina, ex An e presidente di ‘Battiti’, che correrà alle amministrative di primavera in ticket con il leghista Paolo Tosato. Dice Giorgetti: ”La dignità di Forza Italia è stata svenduta – si sfoga con l’Adnkronos-. Sboarina rappresenta una scelta ben precisa: un cavallo di Troia mandato a VERONA per svuotare il partito, come ha fatto Bitonci a Padova… Hanno voluto fare un favore a Salvini. Se Sboarina corre come sindaco, a nome del centrodestra, su indicazione della Lega, e il leghista Tosato fa il suo vice, mi dite dov’è il candidato di Fi?”.
QUARTO NODO: Salvini premier sui manifesti, “non ha paura”. Ma non convoca congresso
Salvini tira ancora di più la corda. Sui manifesti della Lega Nord in vista del corteo di Verona, il prossimo 25 aprile, ci sarà anche lo slogan ‘Salvini Premier’ accanto al logo del Carroccio. “Non avendo noi paure, lo scriviamo sui manifesti”, senza necessità “di primarie e gazebo”. Afferma Salvini. Ma allora, se non ha paura del confronto, perché non convoca il congresso federale? Sarebbe un plebiscito, no?!