di SERGIO BIANCHINI – E così nel pieno della crisi politica, sociale e culturale dell’Italia sembra che l’incarico di capo del governo sarà dato a Gentiloni. Gentiloni, attuale ministro degli esteri, è un uomo della penombra, sconosciuto ai più e schivo. Il grande pubblico non conosce la sua posizione e la sua presenza in nessuna delle grandi controversie nazionali. Ma nella penombra ha una carriera costantemente in crescita. Nato nella famiglia del famoso conte Gentiloni di inizio ‘900 è stato tra i fondatori della Margherita nelle cui liste fu eletto deputato nel 2001. Poi ha avuto vari incarichi relativi alle poste e le telecomunicazioni compresa la RAI.
Alle consultazioni politiche del 2006 è rieletto alla Camera dei deputati, e riceve, dal 2006 al 2008, l’incarico di Ministro delle comunicazioni all’interno del secondo governo Prodi.
Promuove, all’interno del gruppo dei 45, la nascita del Partito Democratico, avvenuta nel 2007 con la fusione tra la Margherita ed i DS.
Nella legislatura XVI, decollata nel 2008 dopo la crisi di Prodi e la rinascita del centrodestra viene rieletto e dal 2008 al 2013 è membro della IX commissione (trasporti, poste e telecomunicazioni) e della commissione sui servizi radiotelevisivi.
Alle elezioni politiche del 2013 è nuovamente eletto deputato. La sua carriera che sembrava posizionata seppur in modo traballante nell’ambito delle comunicazioni, dal 2013 si africanizza e americanizza sotto la forte spinta del governo Renzi. Infatti ricopre anche gli incarichi di membro della III commissione (Affari esteri e comunitari), del Comitato permanente Africa e questioni globali e di presidente della sezione Italia-Stati Uniti dell’unione interparlamentare.
Il 31 ottobre 2014 Gentiloni è designato come nuovo ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale del governo Renzi, in sostituzione di Federica Mogherini, chiamata ad assumere la carica di Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea. Matteo Renzi lo preferisce al viceministro Lapo Pistelli, che di lì a poco lascia la Farnesina e la politica
Nel marzo 2015 Gentiloni si è recato prima in Messico e poi a Cuba dove ha incontrato il presidente Raúl Castro assicurando il sostegno dell’Italia nelle trattative per la fine dell’embargo con gli Stati Uniti.
E così i lati fatali del triangolo dell’africanizzazione si possono leggere chiaramente: Prodi, Usa, Renzi, Gentiloni.
La cosa più drammatica è che in un sistema politico Italiano allo sbando si mostra, si salvaguarda e si impone il cardine estremo del potere dominante da noi. E si vede che qui la spina dorsale vera della NON NAZIONE ITALIA è proprio nella politica estera obbligatoria mascherata da umanesimo e da altruismo umanitario. E purtroppo proprio su questo triangolo micidiale converge oggi, per ragioni proprie legate forse alla paura per la sorte dei cristiani in africa, anche il mondialismo papale.
E’ scontato quindi che, a meno di sconvolgimenti dettati dall’insediamento di Trump, la costosissima e dolorosissima autoinvasione dell’Italia continuerà.
Nel frattempo sono stato nelle Marche dove ad ogni sfollato ( sfollato è chi si trova con la casa ufficialmente dichiarata inabitabile e inagibile anche per prelevare qualche indumento o suppellettile) che dichiari di volersi autogestire vengono concessi 7 euro al giorno fino ad un massimo di 3 persone per nucleo familiare.
Gli sfollati sono in tutto 50.000 cioè meno di un terzo dei prelevati africani di quest’anno che costano 35 euro al giorno più 15 alla settimana per la spesa base, più tutti i servizi , scuola, salute, gestione, controllo ecc… per cui a mio parere il costo minimo reale si aggira sui 100 euro giornalieri.
Se non ci rendiamo pienamente conto di queste follie e di queste interdipendenze ( cosa che ancora non si vede) non abbiamo futuro.