Anni fa, a Venezia, su un ponte, a Dorsoduro, mi è capitato di assistere a un breve battibecco tra due uomini, non so per cosa, forse la precedenza, come raccontava il Manzoni, a proposito del giovane fra Cristoforo.
“Tase, turco!”, “Sono curdo!”, risponde, offeso, l’altro. “Tase, curdo!”, ribatte, senza scomporsi, il veneto.
A Modena, si sa, almeno nel Centro Storico, non ci sono più i ponti, come prima che coprissero la rete medievale di canali e canaletti, che oggi nominano le vie che li sovrastano, e che davano origine al Naviglio, almeno duecento anni orsono, ma ci sono i curdi e quelli tosti, del PKK.
Per finanziare le loro attività “indipendentiste”, cinque turchi, pardon, curdi, di cui uno, per l’occasione, modenese, vessavano, con una sorta di “tassa rivoluzionaria” i connazionali qui residenti, specializzati nella ristorazione kebab, e giù botte a chi non sborsava in modo patriottico. La Polizia li ha comunque sbattuti in gattabuia, con l’accusa di estorsione aggravata da finalità di terrorismo e lesioni gravi.
Viene in mente come, nel secolo scorso, l’esercito repubblicano irlandese fosse, almeno in parte, finanziato dai mafiosi irlandesi, degli Stati Uniti d’America e non solo. La Causa potrebbe giustificare il mezzo? Tormentato dal dubbio sull’eticità dell’operazione, qualcuno – Tontolo come me – potrebbe sussurrare tra sé e sé: “toso, se ci sei, batti un colpo”.