Cuneo fiscale da dittatura fiscale e busta paga più tassata d’Europa

tasse per tutti

di ANGELO VALENTINO –  Come si può evitare la recessione? Cambiando il sistema fiscale del paese e la responsabili di spesa. Altrimenti si continua a pagare per chi non produce e vive di reddito di cittadinanza oggi (ieri false invalidità, false disoccupazione agricole, false pensioni).

L’ultimo dato allarmane viene dalla Cgia. Sentite cosa scrive l’ufficio studi tra i più attivi d’Italia.

Con un cuneo che in percentuale del costo del lavoro e’ al 47,7%, l’Italia – dopo Belgio (53,7%) e Germania (49,6%) – e’ il Paese dove il peso delle tasse e dei contributi sulla retribuzione lorda dei lavoratori dipendenti e’ il piu’ elevato tra le nazioni Ocse.

Se si decompone il peso complessivo delle cuneo nelle quote in capo agli imprenditori e ai lavoratori dipendenti, emerge che i contributi sociali “versati” dai titolari d’azienda ammontano al 24% del costo del lavoro (quarto posto dopo Francia, Rep. Ceca ed Estonia), mentre le imposte e i contributi corrisposti dai dipendenti incidono per il 23,7% (14 posizione a livello Ocse). E’ tutto chiaro? Siamo in una dittatura fiscale.
“Sebbene negli ultimi anni sia in calo – spiega bene Renato Mason, segretario Cgia – la dimensione del cuneo fiscale in Italia rimane un forte ostacolo”. “Per queste ragioni bisogna ridurre le tasse sul lavoro, iniziando dalla componete riconducibile ai lavoratori dipendenti”. Con buste paga piu’ pesanti la probabilita’ che gli effetti positivi di questa misura rimettano in moto anche i consumi interni e’ molto alta”.

Per Paolo Zabeo, coordinatore del centro studi Cgia “ogni riduzione del livello di tassazione non puo’ che essere salutato positivamente. Tuttavia, visto che le coperture sono limitate, non vorremmo che la flat tax fosse in parte finanziata attraverso un aumento selettivo dell’Iva”.

Beh, a pensar male a volte ci si azzecca…

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