di REDAZIONE
La spesa delle famiglie italiane è inferiore di circa l’8%, rispetto a quella osservata prima dell’avvio della crisi finanziaria globale. Bankitalia, nella relazione annuale, osserva che la diminuzione dei consumi, nel 2013, ha interessato tutte le principali componenti. Gli effetti sono stati più pesanti nel settore dei beni durevoli e semidurevoli (-5,2%), rispetto ai beni non durevoli (-3,4%); la spesa per servizi è diminuita dell’1′,2%. Anche le abitudini di spesa sono cambiati, osserva palazzo Koch: negli ultimi tre anni è aumentata la frequenza di acquisto di beni alimentari presso i discount; il ricorso a canali distributivi tradizionali per la spesa di abbigliamento e calzature si è progressivamente ridotto. Nel periodo tra il 2011 e il 2013 il calo medio del reddito disponibile è stato pari al 2,7% mentre la diminuzione dei consumi è stata superiore arrivando al 3,2%. «Una contrazione dei consumi superiore a quella del reddito disponibile delle famiglie -sottolinea Bankitalia- non si era registrata nemmeno in occasione di recessioni particolarmente pronunciate, come quelle dei primi anni novanta e del 2008-2009. Nelle due recessioni precedenti il tenore di vita delle famiglie era stato invece parzialmente salvaguardato, grazie a una compressione del saggio di risparmio; la riduzione media dei consumi era stata rispettivamente del 2,1% e dello 0,9%; la flessione del reddito disponibile pari al 2,7% e al 2%.
Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è lievemente aumentato (0,3% rispetto a -2% nel 2012), sostenuto anche grazie all’azione delle amministrazioni pubbliche che, invece, nel 2012 aveva «largamente concorso alla sua contrazione. sono scese le imposte correnti sul reddito e sul patrimonio, al tempo stesso hanno accelerato i trasferimenti e le prestazioni (passate dal 2,2% al 3,1%). La propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è salita di 1,4 punti percentuali, al 9,5%, tornando ai livelli precedenti la crisi del debito sovrano. All’aumento, spiega Bankitalia, »avrebbe contribuito, oltre all’adeguamento dei consumi alle ridotte prospettive reddituali, anche il tentativo di ricostruire il livello di ricchezza desiderato, compensando l’erosione subita nel corso della crisi«. Sulla base delle stime preliminari, nel 2013 il valore della ricchezza netta delle famiglie consumatrici »sarebbe diminuito, risentendo della nuova flessione della componente immobiliare, solo in parte compensata da un incremento di quella finanziaria«.