di ANGELO VALENTINO – In questi giorni si ricorda il sisma dell’Aquila. E chi non lo ricorda? Noi, cittadini, di sicuro. La politica per nulla. Perché dopo 10 anni la ricostruzione non decolla. Ciò che però mi ha colpito è stato il titolo che l’altro giorno Il Fatto quotidiano ha dedicato nel decennale del disastro a una pagina di approfondimento. Ve lo riporto qui: “Ecco cosa unisce gli italiani. I terremoti da Nord a Sud”. Come non dargli ragione? La natura è la sola cosa che attraversa lo stivale in modo indipendente e indipendentemente da chi governa. Per il resto, l’Italia è divisa, diversa e diseguale.
Per quanto i partiti insistano nel voler a tutti i costi raccontarci che l’unità è stata ed è la sola cosa che non può essere cambiata nel nostro destino, i fatti, i numeri, l’economia, dicono il contrario. Nord, Centro, Sud e Isole hanno destini e ruoli diversi, aspettative e vocazioni diversissime. Eppure così non deve essere e 40 anni di regionalismo dimostrano pure che anche il decentramento senza autonomia non serve a nulla. Decentra solo il malaffare.
I terremoti però non sono del tutto simili tra loro. Se la natura non guarda latitudine e longitudine, ci pensa la politica a diversificare. Al Nord i terremoti arrivano e la ricostruzione si fa. Al Centro al Sud e nelle Isole i terremoti arrivano e non se ne vanno più via. Esattamente come la classe dirigente che è la catastrofe del nostro presente.