Al di la’ del conflitto tra Russia e Ucraina, resta confermata “la necessita’ di interventi in grado di bilanciare adeguatamente l’impatto dei rincari in bolletta e di risolvere strutturalmente i nodi che attanagliano il nostro sistema energetico”. A chiederlo e’ Confcommercio, spiegando che le misure adottate recentemente dal Governo “vanno nella giusta direzione, ma non sono ancora sufficienti”.
Per Confcommercio “serve un piano d’azione piu’ ampio e strutturale per contenere l’eccessiva dipendenza della provvista energetica del Paese dalle forniture estere, abbattere il peso degli oneri generali di sistema – che hanno un costo stimato di quasi 17 mld per il 2022 che ricade su famiglie e imprese – e agire per il riordino della fiscalita’ energetica: dalla riduzione dal 22% al 10% dell’IVA sui consumi elettrici delle imprese del terziario di mercato – allineandola cosi’ a quella attualmente prevista per gli altri settori produttivi e per le famiglie – all’esclusione degli oneri generali di sistema dall’applicazione dell’imposta sul valore aggiunto ed alla riduzione delle accise”. Le vicende di questi giorni – e’ la premessa – dimostrano “l’errore di non aver diversificato le nostre fonti di energia e i nostri fornitori negli ultimi decenni. In Italia, la produzione di gas e’ stata ridotta da 17 miliardi di metri cubi all’anno nel 2000 a circa 3 miliardi di metri cubi nel 2020 a fronte di un consumo nazionale che e’ rimasto costante tra i 70 e i 90 miliardi circa di metri cubi. Bisogna procedere spediti sul fronte della diversificazione, per superare quanto prima la vulnerabilita’ del nostro Paese ed evitare il rischio di crisi future”.