Due concorsi “truccati” per l’assunzione del Responsabile Operativo e di altri 13 impiegati tecnico amministrativi a tempo indeterminato in una società posseduta al 100% da una municipalizzata di Voghera, comune in provincia di Pavia. Per questa accusa la Guardia di Finanza ha eseguito misure cautelari – sospensione dall’esercizio di ogni pubblico ufficio o servizio – e numerose perquisizioni locali e informatiche nelle province di Pavia, Milano, Brescia e Modena, nei confronti di 6 indagati e di due società a partecipazione pubblica finite al centro di un’indagine della procura pavese. Le misure cautelari costituiscono l’epilogo delle indagini condotte dalle Fiamme Gialle di Voghera a carico 8 persone sotto accusa per gravi reati contro la Pubblica Amministrazione. Gli illeciti a vario titolo contestati sono induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso d’ufficio, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Tutti reati commessi da ex dirigenti, funzionari pubblici e professionisti nell’ambito dell’ambito della cosidetta “concorsopoli vogherese”. Le indagini, durate circa due anni, hanno inizialmente riguardato i componenti del Consiglio di Amministrazione di una delle due società e le presunte irregolarità nella procedura di selezione di un dirigente che ricoprisse la carica di Responsabile Operativo a tempo indeterminato. I finanzieri hanno scoperto che tre ex dirigenti – oggi destinatari di misura cautelare sospensiva, in particolare la Presidente, la VicePresidente e un consigliere d’amministrazione – avevano bandito il concorso per l’assunzione del Direttore Operativo predisponendo un avviso pubblico “cucito su misura” sulle caratteristiche della persona da favorire, poiché i requisiti richiesti erano chiaramente modellati sulle esperienze lavorative dell’unico candidato e futuro dirigente pubblico.
E’ stata accertata una situazione di costante ingerenza di politici locali sulle procedure concorsuali per la selezione di dipendenti delle società municipalizzate vogheresi. In particolare, l’analisi delle intercettazioni telefoniche e ambientali ha fatto emergere ulteriori illeciti legati ad un altro concorso pubblico per l’assunzione di altri 13 impiegati. Nello specifico, i finanzieri hanno accertato che i vertici della società vogherese a partecipazione pubblica, insieme a un ex dirigente della controllante, hanno esercitato pressioni nei confronti del Presidente e membri della Commissione esaminatrice, spingendoli a rivalutare gli esiti degli esami di due candidati, inizialmente esclusi dalla graduatoria di merito.
Gli investigatori hanno ricostruito diversi incontri tenuti presso lo studio privato della dirigente di una delle società coinvolte, durante i quali il Presidente della commissione giudicatrice, in cambio della promessa di future consulenze ed unitamente agli altri due membri, acconsentiva alle pressanti richieste dei tre dirigenti pubblici e provvedeva a modificare i risultati parziali delle prove sostenute dai candidati, in modo da aggiustare i punteggi finali della graduatoria falsificando il risultato del concorso. Infine la Guardia di Finanza ha scoperto ulteriori reati di abuso d’ufficio, commessi dalla Presidente e da un ulteriore dirigente, relativamente alla normativa in materia di lavoro temporaneo. Infatti, gli indagati, attraverso un contratto di consulenza predisposto ad hoc con una società con sede a Milano, riuscivano a prolungare il rapporto lavorativo di tre dipendenti interinali a loro gradite, non più prorogabile per il raggiungimento del limite massimo consentito dalla normativa vigente, pari a 24 mesi. L’indebita prosecuzione del rapporto lavorativo, resa possibile grazie agli illeciti “aiuti”, oltre a determinare un ingiusto vantaggio economico per le tre dipendenti, ha cagionato un grave danno nei confronti di ignari lavoratori che, trovandosi nella stessa condizione di incertezza, avrebbero dovuto attendere bandi di concorso per essere “stabilizzati”.
Foto di Isravel Raj