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Comparse di governo. Un due Tria. Il ministro che sa contare ma che deve tacere

patria oro

di CORRADO CALLEGARI – Per la prima volta un ministro dell’Economia viene di fatto stalkerizzato dalla politica. E’ Giovanni Tria, reggente dell’economia. Quando stava parlando di cose che contavano, il presidente della Commissione Bilancio, in audizione, gli toglieva microfono e audio. Ora che la manovra è ma mesi a ferri corti con l’Europa, non lo si sente fiatare. Che decidono non sono né lui, né la pronuncia centroitaliana del premier Conte. Sembrano la coppia del due di briscole.

Imbarazzante il ruolo di comparsa da parte del ministro, così come però per tutti gli altri.  Tranne Toninelli, che ha fatto la nuova fortuna di Crozza. Governo dunque pronto a dover rendere conto di due trimestri in negativo per la crescita e l’occupazione, mentre si attende nel 2019 un altro saldo non felice. Quanti saldi negativi potrà reggere l’esecutivo? O Salvini abbandonerà il sovranismo per abbracciare l’Europa da cui nessuno, tranne lui e i suoi adepti su facebook, vuole uscire, oppure è perdita di voti. Scommettiamo che l’Europa sarà allora meno cattiva e “cattivo io” sarà il movimento 5Stelle, arruffato groviglio di post sessantottini nostalgici? Giovanna Pajetta, negli anni ruggenti del primoleghismo, aveva dedicato un libro, Il camaleonte, a Roberto Maroni. Ma l’ex ministro è niente rispetto al voltragabbanismo del suo successore. Altro che #prima gli italiani. #Primalafacciatosta-

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