di STEFANIA PIAZZO – È morto un amico, è morto un collega. E’ Paolo Brera. L’ho scoperto per caso, mentre scorrevo le notizie per costruire il giornale. Paolo aveva 70 anni e giovedì sera, un infarto gli ha fermato il cuore mentre era in metropolitana a Milano. Aveva appena terminato di presentare il suo ultimo libro, “Il futuro degli altri”.
Lo conobbi a la Padania. Scriveva di economia, e lo faceva dalla sua casa in Francia, con il piglio di chi le cose può guardarle con distacco e ironia. Poi, quando iniziai la direzione del blog Piazzolanotizia e infine il quotidiano lindipendenzanuova, Paolo continuò a regalarmi sempre qualcosa. Poi la scrittura si orientò sulla letteratura, sui romanzi storici. Era appassionato di Risorgimento e delle sue trame scure, pubblicando anche polizieschi e narrativa di fantascienza, uno studio sull’economia mondiale per «Famiglia Cristiana», tre raccolte di poesie e un progetto letterario incentrato sulla figura di Don Giovanni. Fece anche un percorso enogastronomico per non dimenticare di fosse figlio. Dal 2015 fino alla morte ha collaborato con Sette, il settimanale del «Corriere della Sera». All’ultimo pranzo fatto insieme, mi raccontò soprattutto dell’incidente del padre e del riconoscimento del corpo, come se avesse illustrato il senso di un dipinto.
Ciao Paolo, ti devo ancora una cena.