Chiudere i porti è populismo. Politica è fermare chi africanizza casa nostra per cancellare i confini

MIGRANTI, ONU: 880 MORTI IN NAUFRAGI DELLA SCORSA SETTIMANA

di SERGIO BIANCHINI – E continuano a chiamarli sbarchi e salvataggi. La narcosi di massa che impediva di opporsi all’africanizzazione forzata dell’Europa ed in primis dell’Italia, si è dissolta.

La coscienza civile di massa degli Italiani si è risvegliata e si oppone all’assurdo, evidente e insopportabile, dei 200.000 prelevati all’anno e dislocati in tutte le strade e davanti a tutti i negozi a spese del poveraccio che ormai lavorando( ed è quasi un privilegio) guadagna mediamente 1200 euro al mese con cui fa fatica a campare anche da single.

Ma quelle forze che dal 2014 hanno deciso di accelerare l’africanizzazione non mollano. Non si fermano davanti ad alcuna considerazione di tipo economico, sanitario, sicuritario. Non curano nemmeno l’opinione pubblica ormai considerata lebbrosa. Non valgono nemmeno gli appelli delle autorità libiche che lamentano l’appoggio dato dalle navi “salvatrici” agli scafisti ed il richiamo che esse esercitano sui barconi, meglio, dei gommoni da spiaggia.

Non vale nemmeno l’appello del presidente della Nigeria a non andare in Europa a delinquere. Non vale niente, gli africanizzatori, mossi da considerazioni geopolitiche e decisi a demolire tutti i confini e tutte le nazioni proseguono con quelli che chiamano salvataggi. I bugiardi patentati chiamano salvataggi i prelievi fatti a pochissima distanza dalla costa libica e ed il trasloco nei porti siculi.

Fortunatamente adesso il nuovo governo in parte si oppone. L’argomento usato per questa opposizione è a mio parere ancora molto debole. Si dice che i salvataggi possono andare bene ma che tutta l’Europa deve fare accoglienza. Certamente è un passo avanti ma non si vede ancora la chiarezza necessaria ad invertire il rapporto tra Europa ed Africa. Gli africanizzatori hanno ancora l’egemonia lessicale con cui coprono, dall’alto dei giornali e delle TV il loro implacabile operare nei mari limitrofi all’Africa.. Si parla sempre di fenomeni inarrestabili, di sbarchi, di naufragi. Di doveroso umanesimo.

E questi stessi penosi mentitori demonizzano lo sviluppo economico poderoso che sta avvenendo in Africa grazie alla maturazione di quei popoli e ai massicci investimenti cinesi che vedono ovunque la costruzione di ferrovie, porti, industrie.

A mio parere siamo proprio al centro di una guerra mondiale che vede il declino rabbioso dell’occidente a guida USA e la magica, possente e pacata spinta dell’asia basata sul lavoro ben guidato.

L’Europa oscilla tra fedeltà a alla NATO e una posizione autonoma, equilibrata e positiva senza pretese egemoniche e dominanze militari che sembrano crescere invece in Inghilterra e Francia. La Germania è per ora l’ago della bilancia e fa un passo a destra e uno a sinistra.

Noi, come sempre, ci muoviamo spasticamente. Speriamo bene.

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