di Roberto Bernardelli – L’ultima nota della Cgia di Mestre fotografa una tempesta perfetta. Il governo Draghi ha tamponato una crisi, ma di certo siamo nel mezzo di una somma di eventi che portano ad una congiuntura tra le più nefaste della nostra storia repubblicana. L’ufficio studi degli artigiani ci ricorda quanto è stato fatto ma anche le incognite dell’autunno, in mano ad un nuovo governo. saranno capaci? O il paese sarà solo affidato ad un Caronte per traghettarci ulteriormente verso un profondo infermo?
Ed ecco i dati.
Nel 2022 ammontano a 52 miliardi di euro le misure contro il rincaro dei prezzi introdotte dal Governo Draghi a favore di famiglie e imprese. Una cifra pari a 3 punti percentuali di Pil, che include anche i 17 miliardi di euro previsti dal decreto Aiuti bis approvato nelle settimane scorse. Senza tali aiuti l’inflazione sarebbe oggi a quota 10%. A dirlo e’ l’Ufficio studi della Cgia di Mestre. “La riduzione degli oneri di sistema sulle bollette di luce e gas, la riduzione dell’Iva sul gas per usi civili, i crediti di imposta sulle bollette energetiche delle imprese, la riduzione delle accise sui carburanti – si legge in una nota – hanno solo in parte frenato il caro vita (+ 8 per cento in un anno), ma, comunque, sono state determinanti per mantenere la spinta inflazionistica sotto la soglia del 10 per cento”. Grazie alla crescita del Pil e agli effetti dell’inflazione, le entrate tributarie e contributive del Paese nei primi sei mesi di quest’anno sono cresciute di 39 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
“Un incremento che poteva essere ancor piu’ significativo – prosegue – se le grandi imprese energetiche non avessero adottato un comportamento elusivo che, fino ad ora, e’ costato all’erario un mancato gettito di poco superiore ai 3 miliardi di euro. Infatti, dei 4,2 miliardi di euro attesi entro il 30 giugno scorso con la prima rata del contributo straordinario sugli extraprofitti imposto nei mesi scorsi dal Governo Draghi, lo Stato ha incassato poco meno di 1 miliardo”. Molte secondo la Cgia le incognite che rischiano ora di minare lo stato di salute dell’economia: il caro energia, l’esplosione dei prezzi, gli sviluppi della guerra in Ucraina e una possibile recrudescenza del Covid. “Anche per poter affrontare con determinazione queste criticita’ e’ auspicabile che dalle urne del prossimo 25 settembre “esca” una maggioranza ampia e solida in grado di esprimere un esecutivo autorevole che traghetti il Paese fuori da questo momento cosi’ complicato” si legge infine.
Ecco, io credo che una benedizione sarebbe indispensabile per proteggerci dall’incipiente futuro.
Onorevole Roberto Bernardelli, presidente Grande Nord