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Causa persa, ma non perduta quella della Padania

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di MARCELLO RICCI –  Causa persa, non perduta quella della Padania. Piccola nota storica per ricordare la”consecutio  temporum”: “Il nome di Regno Lombardo-Veneto viene istituito dall’Impero austriaco il 7 aprile 1815 nelle aree riunite della Lombardia e del Veneto, ricevute grazie alle decisioni del Congresso di Vienna. Nel resto del nord venne costituito il Regno Lombardo-Veneto sotto il controllo dell’Austria, comprendente i territori di terraferma della Repubblica di Venezia (che, anch’essa non venne ricostituita), del Veneto, del Friuli e della Lombardia orientale, tutti uniti alla parte rimanente della Lombardia. Al Regno Lombardo-Veneto fu annessa anche la Valtellina, visto che si era opposta alle richieste svizzere, che miravano a far sì che questa valle – sulla quale la Svizzera aveva una sorta di protettorato dal 1512 – ritornasse al Canton Grigioni o fosse unita alla Confederazione, come cantone autonomo. Nel Lombardo-Veneto inoltre fu inserita anche la Transpadana ferrarese, un territorio appartenente allo Stato Pontificio, un lembo di terra a nord del fiume Po, storicamente e culturalmente associato all’Emilia”

E’ evidente che l’inserimento della Traspadana ferrarese tolse ogni possibilità alla Lombardia di essere parte della Confederazione Svizzera. Questa è causa persa nel senso più completo. Poi il disastroso regalo del 26 ottobre 1860 che Garibaldi ( eroe o avventuriero sanguinario e  stupratore ?) fece ai Savoia con cui  legò i popoli di educazione asburgica con quali papalini e ancor peggio con quelli “educati” dai Borboni. Il NORD PADANO perduta la possibilità di entrare nella Confederazione Helvetica, fu condannato a dover mantenere le genti mal educate dai Borboni.
Danno grave e irreparabile, cappa di piombo, nube tossica persistente come le radiazioni atomiche. Causa persa questa, ma non perduta , perché viva nell’animo dei popoli del lombardo-veneto, tanto viva che circa 200 anni dopo, interpretando i sentimenti indipendentisti di tutti territori del Nord ( rappresentati e espressi dalle molteplici formazioni  indipendentiste municipali ) Umberto Bossi , il 15-09-1996 con un discorso sentito e motivato proclamò  la PADANIA INDIPENDENTE e nel dicembre del 1999  organizzò con successo una memorabile marcia contro Roma che vide gremita la piazza del Popolo, senza disordini, senza sporcare, con la partecipazione appassionata di otre 40mila cittadini padani venuti con tutti i mezzi di trasporto e di numerosi attivisti non residenti in Padania, che con grande onestà intellettuale speravano nel crollo di Roma capitale, per recidere le catene dell’asservimento. Segnale d’insorgenza, non di rivoluzione. Il resto è noto, la malattia di Umberto , la confusione nel doloroso evento e i conseguenti atti politici. Sono perfettamente riassunti dalle mutazioni di denominazione  del movimento: LEGA NORD PER L’INDIPENDENZA DELLA PADANIA, poi LEGANORD. poi solo LEGA e ancora NOI CON SALVINI.
Sotto il profilo del consenso elettorale si registra un crescendo invidiabile , anche dove la LEGA NORD era prima invisa. Roma non più ladrona, ma sempre più padrona. I numeri del consenso sono incontestabili, dal 7% a circa il 40%. Il pragmatismo politico di Matteo Salvini, che con un “ contratto “ ha costruito una maggioranza per governare con una proteiforme forza politica con cui i punti di contrasto sono pari o superiori a quelli di accordo, anche se nel mercato delle vacche ha dovuto ingoiare molti rospi, come il reddito di nulla-facenza. La machiavellica invenzione di un governo giallo-verde, costruito da forze tanto differenti da essere antagoniste, ha avuto consensi crescenti, senza risultati evidenti. Lavoro, spesa pubblica, giustizia. immigrazione sono nell’ ordine in cui sono stati posti, segnano  le esigenze prioritarie.
Lavoro: crisi profonda per mancanza di consumi , chi ha poco consuma poco e il lavoro nero, che prevale, non contribuisce a finanziare lo stato sociale che resta a carico della fiscalità generale. La spesa pubblica italiana è molto elevata, pari al 49,1% del Pil, una percentuale del 4,5% più alta della media europea (44,6%). Perché i costi standard non vengono applicati ?Perché  il costo di una siringa, sempre la stessa, è molto differente tra la regioni padane e delle del meridione. Nel meridione al costo della vita  più basso si contrappone un costo maggiore di tutti i servizi , anche se di  qualità scadente . Retaggio dei costumi borbonici. Di fronte a questo quadro, per trovare la quadra, la Padania aveva tre strade, o continuare a pagare per questo meridione che non vuole crescere, o separare le casse e ognuno padrone in casa propria, o attraverso una concordata autonomia fiscale con clausole di salvaguardi e di perequazione per le regioni in difficoltà mantenere la unità d’Italia.
Il quadro politico complesso ha indotto Salvini a stipulare un contratto con i pentastellati, forse con l’avallo del notaio sul Colle, con il quale è nato e si regge l’attuale governo. Fino a quando? Nella stagione che cadono le foglie qualche cosa accadrà. Il M5S. per quanto solo dotato d’intelligenza artificiale, si se reso conto che la Lega cresce, mentre loro scendono  e non di poco sino ad una inversione di consensi che non sembra avere termine. Salvini, con il vento in poppa non ha fretta, sin che la barca va. La fretta la possono avere altri soggetti politici, che anche se antagonisti e distanti potrebbero avere, per motivi diversi di far finire anticipatamente la legislatura. Il Pd dilaniato da eterne ed eterne risse, prima di scomparire vuole salvare il salvabile. il M5S si vede progressivamente divorato dall’alleato divenuto padrone e cerca una via di riscatto, Forza Italia ha necessità assoluta, per non morire, di cambiare tutto , Fratelli d’Italia guidati dalla bravissima piccola, grande Meloni vogliono essere valorizzati per quello che oggi sono.
Quando cadranno le foglie, cadrà il governo? Le ragioni contro questa ipotesi: sono gli interessi di molti parlamentari che farebbero la fine del carbonaio del Marchese del  Grillo. Inoltre ci sono sul tappeto tutte le promesse elettorali gridate e ribadite come la tassa piatta, il reddito di cittadinanza, la ripartenza economica, i grandi lavori , la riforma della giustizia. Tutto da rifare come diceva Gino Bartali. ma non è facile , per cui i proclami  si concentrano sull’immigrazione clandestina, sui porti chiusi. L’invasine migratoria è un problema,  ma diventa utile per offuscare tutti  gli altri. Alla fine in un modo o nell’altro gli invasori sbarcano, vengono accolti nelle strutture di Bergoglio e li si lasciano scappare per fare quello che tutti sanno e tutti temono. Ci sono le quote, i tedeschi scelgono i Siriani ( veri profughi e scolarizzati e a noi lasciano quelli della droga, dei riti tribali e che picconano passanti sorridenti, e  sezionano le donne dopo averle stuprate Alleniamoci per la difesa sempre legittima.
Riflettendo, la rinuncia all’Indipendenza della Padania e l’idea di cambiare il sistema riformandolo da dentro è stata una giusta scelta?
La storia insegna che le correzioni servono a perpetuare il male, solo le rivoluzioni lo cancellano. Le rivoluzioni non si fanno in cabina elettorale, ma in piazza, non con le schede elettorali, ma con le armi. Per sbrogliare la intricata matassa divenuta un nodo Gordiano occorre la spada che  oggi è il denaro. Non più tributi a Roma, ma alle Regioni che contratteranno e pagheranno in basse a quanto hanno avuto . Non un emorragia di sangue, ma di tributi e a Roma sarà impedito di essere ladrona.
Non è una causa persa, perché perduta, ma solo abbandonata.E’ l’ora di riprenderla!
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