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“Catalogna, perché il processo agli indipendentisti riguarda tutti (ma pochi ne parlano)”

catalogna-675x275rassegna stampa

di SUSANNA MARIETTI * – Nei giorni scorsi sono stata a Madrid in veste di osservatrice internazionale indipendente del processo agli indipendentisti catalani. Si tratta degli eventi legati al referendum per l’indipendenza della Catalogna tenutosi il primo ottobre 2017. Al processo, come è noto, non compare Carles Puigdemont, che si trova attualmente in esilio. Ero stata chiamata dalla piattaforma International Trial Watch, che ha coinvolto persone da tutti i Paesi europei affinché si gettasse uno sguardo attento a quanto sta accadendo nel palazzo del Tribunal Supremo.

È infatti indubitabile che il processo cominciato lo scorso 12 febbraio non sia un processo ordinario. Non solo per i diretti protagonisti, bensì per tutti noi, che dovremmo dunque prestare attenzione a quanto sta avvenendo nel cuore dell’Europa: l’uso massiccio dello strumento penale in una questione eminentemente politica, la minaccia di decine di anni di carcere per persone colpevoli di reati essenzialmente di opinione, la ricomposizione anche plastica in un’aula di tribunale di schieramenti partitici che vedono sul banco dell’accusa – e dei testimoni da lei chiamati – la formazione di estrema destra Vox e il Partito Popolare e sul banco degli imputati esponenti di spicco di forze politiche indipendentiste.

Sia chiaro che non voglio qui minimamente parlare della questione dell’indipendenza della Catalogna. Non è questo il punto sul quale è stato costituito l’osservatorio internazionale di cui sono parte. Intendo parlare esclusivamente del processo medesimo, di questo strumento che si sta utilizzando per contrastare un dissenso di massa. I 12 imputati in questo filone processuale – di tre diverse “categorie”: membri del governo catalano, membri del Parlamento catalano ed esponenti della società civile – sono accusati di ribellionesedizione e malversazione. Affinché si diano i reati principali, è necessario che i fatti si siano svolti in maniera violenta. Gli imputati rivendicano come, né il primo di ottobre né nei giorni precedenti, le manifestazioni di piazza non abbiano mai evidenziato un atteggiamento aggressivo, se non da parte della polizia spagnola.

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