In attesa di conoscere il verdetto, il processo aperto contro l’ex governatore della Catalogna Artur Mas, reo di aver promosso nel novembre del 2014 una consultazione indipendentista nonostante il divieto imposto dalla Corte suprema, esprime tutto il suo potenziale simbolico nella lotta di posizione tra Madrid e Barcellona. Accompagnato da due ex consiglieri, Mas ha difeso la scelta di aprire le urne per un “processo partecipativo” che traducesse in cifre il desiderio dei catalani di separarsi dal resto del paese. L’ex presidente della “Generalitat”, in sintesi, ha detto che il monito giunto dalla Corte suprema non poteva interpretarsi come un veto assoluto. Nei prossimi giorni si capira’ se c’e’ stata una disobbedienza della legge o meno, nel frattempo pero’, vincono gli aspetti simbolici della vicenda. Prima di entrare in aula, gli imputati hanno sfilato per i luoghi simbolo di Barcellona, ripresi dalle telecamere autonomiste e dai siti internet di tutta la nazione, mentre ricevevano l’appoggio del popolo indipendentista, ma anche dell’attuale governo della Catalogna. Tra i cui compiti, si legge in un editoriale di “El Pais”, non “c’e’ quello di fare pressione sull’indipendenza del potere giuridico”. La presenza in piazza di tutto il governo dell’attuale governatore Carles Puidgemont “certifica la strategia frontale e di rottura orchestrata dall’indipendentismo, la cui pretesa e’ quella di rompere la legalita’ richiamandosi al diritto a decidere”, scrive “El Mundo”. “Un eufemismo appoggiato irresponsabilmente da Podemos che, inutile mentire, aprira’ la porta all’indipendenza della Catalogna”. Prima dell’inizio del dibattimento, celebrato senza apparente ordine sia in spagnolo sia in catalano, gli imputati hanno subito il rimbrotto dei giudici: mezz’ora di ritardo sull’appuntamento previsto, non e’ cosa da poco da quelle parti. Di piu’, segnalano le testate, se il tempo perso e’ stato regalato alla “passerella separatista”. Il collegio del Tribunal superior de justicia de Cataluna (Tsjc) fara’ sapere se elevare una sanzione a parte proprio, per il ritardo.
(fonte Nova)