“L’archiviazione dell’inchiesta su Carola Rackete è davvero una buona notizia. La comandante della Sea Watch3 – come scritto nel provvedimento di archiviazione dalla gip del Tribunale di Agrigento – fece il suo dovere salvando migranti in difficoltà e non commise alcun reato entrando in porto a Lampedusa. Un’archiviazione che smonta la teoria dei porti chiusi nel salvataggio dei naufraghi”. Lo si legge in una nota dell’Arci. “Questa archiviazione – commenta Filippo Miraglia, responsabile Immigrazione Arci – dimostra che lì dove la politica usa la propaganda, la demagogia e il proprio potere per ragioni private, di un partito come la Lega e per la carriera personale di qualche leader, la giustizia, che per fortuna è ancora autonoma, interviene per far rispettare la legge. Carola Rackete ha agito correttamente forzando il blocco imposto dalla perpetua campagna elettorale dell’allora capo del Viminale Salvini. Portare in salvo delle persone e non riconsegnarle ai torturatori libici, finanziati dall’Italia e dall’UE, non è reato. Era ora! L’attuale governo e il Parlamento italiano non dovrebbero dimenticare le responsabilità del nostro Paese per le atrocità commesse in Libia ma bloccare i finanziamenti alla cosiddetta guardia costiera libica alla quale hanno delegato i respingimenti che sono vietati per legge”.