Casi di infezione da Sars-Cov-2 nei visoni si sono verificati in diversi allevamenti in Europa, Italia compresa, ma il virus, che e’ mutato rispetto a quello che circola piu’ diffusamente, non e’ ne’ piu’ contagioso ne’ piu’ aggressivo rispetto agli altri. Lo scrive il centro Europeo per il Controllo delle Malattie (Ecdc) in un documento di valutazione del rischio sul tema. In Italia, scrivono gli esperti, e’ stato segnalato finora un caso in un allevamento in Lombardia ad agosto.
I primi casi nei visoni, scrivono gli esperti, si sono verificati gia’ lo scorso aprile, ed e’ subito emerso che il virus poteva trasmettersi dall’animale all’uomo e viceversa. Da allora al 6 novembre sono stati riportati casi in 6 paesi, Danimarca, Italia, Olanda, Spagna, Svezia e Usa. L’Italia ha riportato un caso in un visone ad agosto in un allevamento in Lombardia, rilevato poco dopo che un allevatore era stato trovato positivo. Ogni cluster di casi trovato e’ caratterizzato da una specifica variante del virus, identificata sia negli animali che negli uomini infettati. Uno dei cluster, si legge nel documento, ha una variante che ha mutazioni sulla proteina ‘spike’ del virus. “Dal momento che questa proteina e’ unop dei maggiori bersagli per il sistema immunitario queste mutazioni in teoria potrebbero avere implicazioni sull’abilita’ di infettare l’uomo, sulla trasmissibilita’ e sulla risposta immunitaria, con conseguenze sui trattamenti, su alcuni test diagnostici, e sullo sviluppo dei candidati vaccini”. Al momento, sottolinea il documento, le varianti non sembrano essere ne’ piu’ contagiose ne’ dare sintomi diversi o piu’ gravi rispetto a quelle ‘umane’. “Il rischio quindi e’ basso per la popolazione generale, moderato per le popolazioni che vivono in aree a grandi concentrazioni di allevamenti d molto alto per chi ha una esposizione professionale”.
Foto di Jo-Anne McArthur