di CORRADO CALLEGARI – C’è un sempre paradosso che spiega il senso delle cose. Tra Settecenco e Ottocento nei laboratori di fisica si utilizzavano degli strumenti stupefacenti per illustrare i cosiddetti “paradossi”. Il più classico era quello dei due coni uniti sulle loro rispettive basi che sorprendentemente, appoggiati su dei binari in discesa, come per magia li risalivano. Il “trucco” stava nella ricerca del baricentro, ma a prima vista appariva strano e magico che un corpo sfidasse la gravità. Dico questo perché anche il Veneto sta vivendo questo momento paradossale. Come il doppio cono, nonostante viva in Italia, la parte più bassa dei binari, riesce a risalire spontaneamente verso l’alto, sfidando l’apparente impossibilità di sfidare le leggi della fisica e, in questo caso, dell’economia.
L’ultimo dossier di Bankitalia avvisa che siamo in recessione. Questo quotidiano ne dà ampiamente notizia. E che sia proprio il Veneto a pagare per primo i segnali della crisi. Non è da oggi che le categorie imprenditoriali avvisano il governo che la prospettiva è grigia, che il lavoro manca ma qui nessuno sventola bandiera bianca. La disillusione verso chi governa è ampia. Era proprio al Nord che la Lega, per essere chiari, aveva dato i primi segnali di calo del consenso, guadagnando invece al Sud. Ci sarà pure un perché.
Ma il resto del paradosso veneto sta nel fatto che nonostante il piano inclinato porti verso il basso, il Veneto risale. Il suo baricentro è il lavoro. La cultura del lavoro. Leggiamo questi dati recenti per capire come la frustrazione salga davanti alle parole vane e vaghe di cambiamento. Ecco il peso economico del Veneto sintetizzato in un’Ansa del 16 gennaio scorso: rappresenta l’8,4% delle imprese italiane, 9,3% del pil, 61 mld di export – ha valori che superano quelli medi della Germania. Lo afferma una ricerca della direzione studi di Intesa SanPaolo, “Filiere e distretti veneti e la sfida 4.0″, presentata a Padova in occasione di un incontro che il presidente dell’istituto, Gian maria Gros-Pietro, ha avuto a Padova con le autorità cittadine e regionali, ed alcuni esponenti dell’imprenditoria della regione. La ricerca evidenzia come il Veneto, oltre ad essere la terza regione per prodotto interno lordo, sia la seconda per penetrazione sui mercati internazionali (61,6 miliardi di euro nel 2017) e la prima per i flussi turistici, 69,2 milioni di presenze, pari al 22,4% delle presenze straniere in Italia)”.
Ha solo un problema, il Veneto. Deve dare da mangiare al resto d’Italia, è in Italia, ed è governato anche da veneti che non governano per il Veneto, per il Nord, per competere con l’Europa e il mondo.
Corrado Callegari, Responsabile Veneto Confederazione Grande Nord