di CORRADO CALLEGARI – Autonomia? Non esiste. Per capire il brodo lungo della politica che bara con se stessa e con i cittadini, basta leggere un po’ di date e di dichiarazioni. Chi ha votato per il referendum sull’autonomia dell’ottobre 2017 si è già dimenticato tutto. I partiti lo sapevano che il tempo con loro non è tiranno, anzi, è galantuomo! E così di anno in anno celebreremo un ricordo e una solenne, non l’ultima, presa in giro.
Vediamo un po’ di frasi celebri. Ieri Zaia sull’ l’anniversario del referendum ha affermato: «Autonomia a un passo».
Era il 22 ottobre del 2017 e oltre 2,3 milioni di veneti si presentarono al referendum sull’autonomia deliberato dal consiglio regionale, superando ampiamente il quorum. Un anno dopo, nonostante l’impegno del ministro agli Affari regionali Erika Stefani (secondo cui la bozza dell’accordo sarebbe dovuta arrivare in Consiglio dei ministri proprio entro il 22 ottobre), la trattativa col governo ha subito un rallentamento legato alle tensioni nella maggioranza sulla legge di bilancio. Ma come riporta il mattino di Padova, il presidente Luca Zaia non si lascia scoraggiare e assicura: «Ormai siamo all’ultimo miglio».
E come no…
«Svolta storica grazie ai voti di quel giorno»
Zaia lo ha detto domenica 21, alla vigilia dell’anniversario, alla fiera di Arsego di San Giorgio delle Pertiche (Padova). «Ormai ci siamo – le parole del governatore – Nei prossimi giorni chiuderemo la questione e otterremo le nostre richieste su tutte e 23 le materie, come previsto dalla Costituzione. Si tratta di una svolta storica, che cambierà dopo 50 anni i rapporti tra lo Stato e le Regioni». La sensazione è che l’ultimo scoglio da superare sia legato alla contrarietà del M5S. Ma Zaia continua a confidare nella forza del referendum: «Grazie ai voti raccolti quel giorno, a breve completeremo il nostro progetto».
Addirittura si celebra la vigilia dell’anniversario del voto che non ha portato a nulla.
Veneto, Zaia su Facebook: in attesa del ministro Stefani
Venezia, 22 ott. (askanews) – “Il gonfalone del Veneto sventola sulla facciata di Palazzo Balbi, sede della Giunta regionale. Siamo in attesa del ministro Erika Stefani, che sarà con noi ad un anno dal referendum per l’#autonomiache portò alle urne 2.400.000 veneti”.
Cosi’ il presidente del Veneto, Luca Zaia in un post sulla sua pagina Facebook annunciando la visita del ministro degli affari regionali, Erika Stefani a Venezia, con la quale ha tenuto una conferenza stampa per parlare del processo di autonomia del Veneto.
Quale processo?
Zaia: “Su autonomia serve referendum”

“L’autonomia si fa con il referendum popolare” Queste le parole del governatore del veneto Luca Zaia che, durante la festa della Lega a Cervia, ha criticato le scelte del presidente della regione Stefano Bonaccini.
Il parlamento come una grande assemblea di condominio nella quale bisogna combattere per far valere i propri millesimi. Questa la visione politica del governatore del Veneto Luca Zaia, che, parlando dell’attività di governo, ha individuato la discussione della prossima legge finanziaria come nodo cruciale.
Parlando di autonomia, poi, Zaia si è poi detto d’accordo sulla decisione dell’Emilia-Romagna di chiedere una maggiore indipendenza da Roma, anche se critica la decisione del presidente Stefano Bonaccini di non aver indetto un referendum popolare.
Bhe, almeno Bonaccini non ha illuso nessuno e non ha speso nulla per la consultazione.
Ma ieri cosa ha detto di così strepitoso la ministra Stefani? “Io sono pronta, ora conta il rispetto del contratto di governo. L’autonomia è un percorso partito dalla gente ed è una strada a senso unico. Indietro non si può tornare. Sono certa che i cinque stelle rispetteranno la volontà dei cittadini che per la Lombardia e il Veneto si sono espressi attraverso un referendum che è un sistema di democrazia partecipata nel quale i 5 stelle credono fortemente”. Va bene, abbiamo capito. Finita la cerimonia sul nulla, fateci almeno tornare a lavorare. Ridateci il nostro residuo fiscale. Lo hanno chiesto milioni di cittadini veneti. A Roma poche decine di teste decidono invece per una regione che ha uno dei Pil più alti del Nord Europa. Cosa devono decidere ancora?
Corrado Callegari, responsabile Confederazione Grande Nord Veneto