Callegari: io in piazza a Venezia con Grande Nord. Roma la lascio alla Lega dei pieni poteri…

IMG-20190907-WA0021di Corrado Callegari –  Ci sono luoghi simbolo che non possono essere espropriati del loro significato. Prendete ad esempio Venezia e quella folla che occupò le rive del Po dal Piemonte fino all’Emilia, alla Lombardia e al Veneto. Ci sono parole che hanno un valore e una efficacia senza tempo. Eppure dopo 23 anni, quel settembre 1996 è rimasto nelle pagine della politica, ha significato una svolta tattica della Lega, una prova di forza nonostante il sistema.

Oggi il sistema non è mutato, si è rinnovato e ha inglobato la Lega. La Lega ha scelto per calcolo di voltare le spalle al territorio che l’ha generata, ha utilizzato il mantra dell’autonomia per conservare l’elettorato nordista, ha promesso una riduzione delle tasse trasversali per tutti i ceti produttivi, poi ha virato sulla politica dell’uomo forte, ogni giorno ministro di qualcosa. Il governo della rabbia, delle minacce, dei toni bellicosi, delle paure rinnovate, dell’Europa arcigna da demolire con la forza delle destre nascenti e con quelle oggi oscurate dai social. Non è casa mia. Non è il partito che merita il Nord.IMG-20190425-WA0026

La suicida politica economica che voleva farci uscire dalla moneta unica, rispedirci indietro di un quarto di secolo con un tracollo economico indescrivibile dopo che il Nord mitteleuropeo lavora, esporta, vive nell’euro con l’est, l’ovest, il nord del vecchio continente, è servita a isolare l’Italia e a chiudere le porte del dialogo che oggi, al di là delle valutazioni politiche sul nuovo esecutivo, viaggiano già su corde diverse.

Il 15 settembre, da veneto e veneziano, io sarò con la mia delegazione  a Venezia assieme agli amici della confederazione di Grande Nord. Una Lega che è irriconoscibile va invece a Pontida, ad aizzare un prato di illusi cittadini contro il solito nemico esterno. La Merkel, Macron, la Bce, Soros, i negri, gli sbarchi, e tutto il peggio che possa entrare nel vaso di Pandora. Contro il governo dei traditori. Cosa aveva giurato il giovane Salvini a Pontida? Così, giusto per non dimenticare?

TESTO DEL GIURAMENTO del 20 maggio 1990

Oggi in Pontida gli anni del nostro impegno per la libertà dei nostri popoli, si saldano ai sacrifici degli avi che scelsero questo luogo per giurare il loro impegno in difesa della libertà.

Io che ho voluto candidarmi nelle liste della Lega Lombarda – Lega Nord per diventare alfiere attivo nella lotta per l’autonomia del popolo lombardo, veneto, piemontese, ligure, emiliano, romagnolo e toscano, unisco il mio giuramento a quello degli avi:

GIURO fedeltà alla causa dell’autonomia e della libertà dei nostri popoli che oggi, come da mille anni, si incarnano nella Lega Lombarda e nei suoi organi dirigenti democraticamente eletti.

 

Cosa giurerà la Lega centralista – che piange sul latte versato – a Pontida domenica? A Venezia non può più di certo tornare e come si sa, in politica gli spazi vuoti vanno riempiti.

 

Corrado Callegari, responsabile confederazione Grande Nord Veneto

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