di Valter Roverato – Ed anche il 2021 è finito, ma sembra che nulla sia cambiato, nel paese chiamato Italia. Si continua ad avere a che fare con gli stessi problemi di sempre, irrisolti da anni ed anni, con in più altri problemi che ogni anno si aggiungono a quelli già esistenti, diventando tutti strutturali ed endemici. E non si trova un sistema, una classe politica, un ordine, in grado di prendere in mano queste problematiche ad una ad una e risolverle definitivamente. Debito pubblico, ambiente, economia, immigrazione, lavoro, pensioni, sanità, scuola, fisco ed evasione fiscale, ed ora anche autonomia, pandemia, riforme elettorali, ed altro, sono argomenti scottanti che da sempre sono sul tavolo politico e mai hanno trovato una sistemazione decente.
A questo punto viene spontaneo chiedersi: quando verrà finalmente trovata una soluzione a questi problemi? Si vuole veramente trovare? Perché non si è mai trovata? Credo che tutte queste domande, ed altre che ci si potrebbe fare, possano avere una sola risposta: mancanza di decisione, chiarezza ed autorevolezza da parte di coloro che di volta in volta sono stati chiamati a governare il paese. Si fanno sempre grandi “cabine di regia”, grandi “think tank”, grandi “brain storming”, simposi in ville antiche con annessi pranzi e rinfreschi in pompa magna, addirittura nel 2013 si radunarono diversi “saggi”, esperti provenienti dal mondo politico ed accademico che l’allora presidente della repubblica Napolitano chiamò perché elaborassero un programma di riforme in grado di riunire una maggioranza di governo che potesse attuarle, tentativo che finì miseramente.
Adesso, di fronte anche ai problemi creati dalla pandemia Covid, ma soprattutto di fronte all’insipienza e alla mancanza di decisione dei governi che si sono succeduti nel frattempo, è stato chiamato Mario Draghi a presiedere un governo omni-comprensivo, in cui quasi tutte le forze politiche sono e devono essere d’accordo. Certamente non è la soluzione che gli elettori avevano scelto, quando votarono i loro rappresentanti nel parlamento romano, nell’ormai lontano 2018, e la stessa composizione del parlamento, in questo momento, non raffigura l’attuale situazione dei consensi di cui godono i vari partiti, anche loro nel frattempo cambiati. Ma siamo proprio sicuri che gli italiani, che amano alla follia Draghi, almeno come si evince dai vari sondaggi, siano degni di avere un sistema democratico di governo?
Se qualcuno, non eletto dal popolo (Mattarella), sceglie una persona, anch’essa non eletta (Draghi), che forzatamente riesce a radunare attorno a sé tutti, o quasi, i partiti (che nel frattempo cambiano nei numeri, nelle composizioni e nei consensi) e decide cosa fare, e se tutto ciò succede quasi regolarmente (basta andare a vedere i vari governi che si sono succeduti negli ultimi anni), siamo proprio sicuri che il popolo italiano stia vivendo in una vera democrazia? O è questa democrazia, questo sistema, che è in declino? O è in declino solo in Italia?
Oggi potremmo nasconderci dietro al fatto che c’è la pandemia, e sono state scelte obbligate, ma anche con vari altri governi nel passato è stato così: gli elettori votano e scelgono, poi queste scelte vengono “aggiustate”, diciamo così, e si fa un governo che alla fine non è propriamente quello che gli italiani volevano, anche perché i vari rappresentanti una volta entrati in parlamento cambiano idea, partito e schieramento come e quando e quanto vogliono, determinando anche la caduta di un governo e la formazione di un’altra maggioranza, diversa da quella scelta originariamente dagli elettori. Secondo me è proprio qui che sta il principale problema del sistema vigente: non rispecchia la volontà dell’elettore, che non ha una rappresentanza precisa, fissa e definitiva in parlamento, ed è questo anche il motivo per cui si va sempre meno a votare.
Altri stati, quando non riescono a trovare una maggioranza di governo, tornano al voto, e lo fanno finché la maggioranza si trova, o la trovano mediante accordi fra varie forze politiche compatibili, per portare a termine un programma ben preciso, concordato in precedenza, e si mantiene la parola data fino alla fine della legislatura. Ma sono solo degli esempi.
E se invece prendessimo ad esempio l’ordinamento della Serenissima Repubblica Veneta? Essa non era certo una democrazia, ma ha funzionato molto bene per oltre mille anni, e credo che funzionerebbe ancora oggi, magari con gli opportuni correttivi, se l’italia non avesse occupato il Veneto truffandone gli abitanti col “referendum” del 1866. Ai giorni nostri questo ordinamento potrebbe essere replicabile? Perché non provarci? Già, ma in questa italia si potrebbe fare? L’italia, il paese dei furbetti “del quartierino”, dei furbetti del reddito di cittadinanza, dei furbetti delle false pensioni di invalidità, dei furbetti che timbrano il cartellino (a volte anche in mutande) e vanno a fare le spese, dei furbetti dell’evasione fiscale a tutti i costi? Certamente, se ai suoi tempi fossero esistiti, Il Doge li avrebbe tutti messi ai “piombi”, la famosa prigione veneziana, o li avrebbe decapitati o messi alla gogna in Piazza San Marco, ma in realtà a quei tempi tutti questi “furbetti” non esistevano proprio, neanche nei pensieri dei Veneti, non esisteva l’Italia.
Ma ai nostri tempi l’Italia purtroppo esiste, ma è nata malamente, e fra i suoi abitanti mancano varie cose: un po’ di onestà e correttezza, di educazione civica e lealtà, di rettitudine e solidarietà, di coscienza collettiva. Si è fatta l’italia, ma mancano gli italiani, forse perché entrambi non sono veramente mai esistiti nel cuore, nel profondo della gente. Si è preferito mettere assieme i vari popoli esistenti creando una realtà fittizia che nulla ha a che vedere con un unico, vero popolo, una vera nazione.
L’Italia è formata da vari popoli, dicevo, ma allora perché non proviamo a chiedere a questi popoli se ancora si riconoscono veramente in questo paese? Ma si dovrebbe avviare una seria discussione, che non venga seppellita da tonnellate della consueta, vana, inutile, vuota retorica tricolorita della “bella bandiera”, del bell’inno di Mameli, del sole e del mare italiano, del buon cibo e così via. Ecco cosa dobbiamo avere noi Veneti, e tutti noi abitanti padani, come buon proposito per il nuovo anno, e non solo per il prossimo anno: chiediamo sempre, continuamente, tutti assieme, con sempre maggiore forza tutto ciò: libertà vera, non solo una vana autonomia condizionata sempre dalla spada di Damocle dello stato centrale. E documentiamoci, sempre, molto, leggiamo, studiamo, conosciamo le cose, perché la conoscenza è da sempre la chiave della vita: ricordiamo sempre che un popolo tenuto nell’ignoranza è facilmente manipolabile e facilmente opprimibile…. Chi diceva: “la verità vi renderà liberi”? Mi pare fosse qualcuno nato più di 2000 anni fa…. Beh, aveva proprio ragione.
Buon nuovo anno, indipendentisti, buon nuovo anno Veneti e padani tutti.
(…e buon anno, Stefania, a te ed a tutti i tuti collaboratori!!!)
Valter Roverato – Venezia