La richiesta avanzata dal ministero della Difesa kosovaro ad alcuni Paesi affinche’ riconoscano l’indipendenza del Kosovo “e’ una violazione” dell’Accordo di Washington stretto nel settembre del 2020. Lo ha detto il presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, parlando con i giornalisti nel corso di una visita a Brus, nel sud della Serbia. “Ho visto le ultime richieste del loro ministro della Difesa, che afferma di aver chiesto a Georgia, Ucraina e Azerbaigian di riconoscere un Kosovo indipendente. E’ positivo che ci abbiano informato di questa violazione dell’Accordo di Washington. Ci hanno lasciato le mani libere, ci hanno mostrato la direzione da prendere”, ha detto Vucic. L’Accordo stretto a Washington da Pristina e da Belgrado con l’amministrazione statunitense prevede un congelamento delle rispettive attivita’ di lobby, per e contro il riconoscimento del Kosovo, a livello internazionale. Lo scorso 22 luglio Vucic ha gia’ affrontato il tema avvertendo che la Serbia e’ pronta a riavviare la campagna contro il riconoscimento del Kosovo “se qualcuno decide di riconoscere il Kosovo come Stato indipendente”. “Ho grande rispetto per il presidente turco Ergodan e vogliamo le migliori relazioni con la Turchia, ma abbiamo il nostro Paese e i nostri interessi e agiremo in accordo con questi”, ha detto Vucic in merito alla dichiarazione del presidente turco che ha detto che “lavorera’ a favore” del riconoscimento dell’indipendenza del Kosovo . Vucic ha ricordato l’impegno preso dalla Serbia e del Kosovo di non condurre campagne per il riconoscimento ne’ per convincere alla revoca del riconoscimento dell’indipendenza del Kosovo.
Nella giornata del 21 luglio Vucic, rispondendo sullo stesso tema, ha detto che la Serbia si opporra’ ad un’eventuale nuova attivita’ di lobby per il riconoscimento dell’indipendenza del Kosovo. Lo scorso luglio il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha detto che avrebbe intensificato le pressioni per l’indipendenza del Kosovo. Vucic ha osservato che un tale scenario “e’ realistico”, perche’ la Turchia e’ una grande potenza ed Erdogan e’ un grande leader. “Cerchero’ di parlargli. Secondo l’accordo di Washington, entrambe le parti (Belgrado e Pristina) hanno l’obbligo di non fare pressioni per il riconoscimento o il non riconoscimento. Se iniziano un’azione a favore del riconoscimento ci opporremo”, ha sottolineato ieri il presidente serbo aggiungendo che la Serbia “non e’ cosi’ piccola” da non tentare di opporsi. Lo scorso 19 luglio si e’ tenuta una nuova tappa di dialogo a livello politico fra Belgrado e Pristina con la mediazione di Bruxelles. Al termine della tappa Vucic ha definito l’incontro “negativo”. La conversazione, ha osservato Vucic, e’ stata “molto spiacevole” perche’ l’essenza della presentazione di Pristina era che la Serbia sarebbe colpevole di tre genocidi in Kosovo.