Bracalini, omaggio a Cattaneo al Monumentale nel 171° delle Cinque Giornate

Bracalini Ferretti FamedioIl 18 marzo 1848,un sabato,cominciavano a Milano le Cinque Giornate che dopo aspri combattimenti dovevano portare alla liberazione di Milano.  Carlo Cattaneo,che allora abitava in via Montenapoleone, era stato informato la sera prima che un corteo popolare, insieme a una delegazione guidata dal podestà Gabrio Casati, si sarebbe mosso l’indomani a mezzogiorno dal Broletto, sede del Municipio, per andare a chiedere al vicegovernatore O’Donnell le sospirate riforme, ma Cattaneo prevedendo che una manifestazione in quel momento critico avrebbe portato inevitabilmente all’intervento dei soldati e allo spargimento di sangue,aveva sconsigliato ogni gesto inconsulto.

La manifestazione che doveva avere uno svolgimento pacifico degenerò quando un giovane seminarista mazziniano uccise con una pugnalata un gigantesco croato di sentinella al palazzo e quello fu il primo morto della giornata. Subito si diffuse la notizia che soldati austriaci erano usciti dal Castello Sforzesco e si dirigevano in assetto di guerra verso il palazzo del Governo. La manifestazione si sciolse. Il Podestà Casati si diresse in tutta fretta al Municipio e il comitato rivoluzionario riparò in un palazzo di via Montenapoleone poco prima dell’arrivo dell’avanguardia austriaca. Era cominciata la prima delle Cinque Giornate.Cattaneo informato sugli eventi uscì in serata da casa per consigliare ai rivoltosi di trasferire il quartier generale in via Bigli, più stretta e meno esposta agli attacchi austriaci. Fu solo al terzo giorno che abbandonando ogni perplessità e avendo ben chiaro ciò che si dovesse fare impresse una svolta unitaria all’insurrezione che dopo altri due giorni di lotta costrinse l’esercito di Radetzky ad abbandonare la città.Ma la libertà di Milano durò poco. Ad agosto, sconfitto l’esercito di Carlo Alberto, che aveva tentato di impadronirsi della vittoria milanese, gli austriaci tornarono a Milano tra due ali di folla. Cattaneo riparò a Lugano con la moglie. Su incarico del comitato insurrezionale andò  a Parigi per chiedere l’aiuto dei repubblicani francesi al popolo milanese ma il tentativo fallì. Disperato, tornò a Lugano. Cominciava il suo lungo esilio a Castagnola, dove morì nel febbraio 1869, esattamente 150 anni fa.

Tre mesi dopo, per volontà dei repubblicani e federalisti milanesi, Cattaneo tornava nella sua città su un convoglio speciale e il popolo, con moto spontaneo, andò in massa a rendergli omaggio. Il 23 marzo 1884, nella ricorrenza delle Cinque Giornate, i resti di Cattaneo vennero traslati al Famedio, il tempio dei milanesi illustri.

E anche quest’anno come ogni anno, domenica mattina 17 marzo, alle ore 10,30, per il consueto omaggio al grande federalista, una delegazione di federalisti lombardi, guidata da Bruno Ferretti e Romano Bracalini, fondatori del Comitato lombardo per le onoranze a Carlo Cattaneo, si recherà al Monumentale per deporre un cuscino di fiori bianchi e rossi, i colori di Milano,s ulla tomba di Cattaneo al Famedio. La partecipazione è aperta a tutti.

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