di DAVIDE BONI – Nulla di nuovo sotto il sole. Più o meno. Perché la mano destra, spesso molto a destra, non sa cosa fa quella a sinistra. Stamattina infatti iniziamo così: i fondi del trasporto, pare, non vengono restituiti. Pensate cari Lombardi, una regione che ha 56 miliardi di residuo fiscale, o taglierà i servizi o aumenterà i biglietti, perché il governo romano (tutto il governo, compresi coloro che a Roma votano con i 5Stelle e qui fanno campagna contro l’aumento del biglietto del tram) , taglia 300 milioni alla Lombardia. Un po’ come Giano Bifronte a Roma tagliano e qui si lamentano perché aumentano il biglietto, sui loro tagli, per mantenere il sevizio. Vi pare che il Nord, la Lombardia, Milano meritino un governo di questo genere? Altro che Autonomia e residuo fiscale. Qui portano via l’argenteria. Sveglia Lombardo.
Ma come, ma la Lombardia non è governata dalla Lega? Ovvio che sì. E allora in nome di quale divinità statale, di quale idolo sacro pubblico della romanità i lombardi devono pagare col sacrificio di una doppia tassazione di fatto per andare a lavorare? Lavori e sei tassato, e il cuneo fiscale è il più alto d’Europa. E lo senti… Entri in auto fai benzina e sei tassato per l’Abissinia. Forse le accise per nostalgia le tengono ancora sperando in un ventennio di potere almeno. Poi prendi il treno o l’autobus per risparmiare e di alzano il prezzo del viaggio perché il governo taglia anche su quello che è essenziale e ti spetta per viaggiare ecologico.
Ma la notizia migliore è sentire la lamentazione dell’assessore regionale Davide Caparini, che piange sui 300 milioni di euro del fondo nazionale tagliati, con la conseguenza di non vedere un euro dei 52 milioni che spettavano ai lombardi.
Taglia di qua, taglia di là, chi facciamo fessi per primi? I lombardi, of course. Se fino ad ora c’è chi si beve la religione salvifica del sovranismo come soluzione a tutti i mali e se basta l’annuncio quotidiano dei porti chiusi per tenere calmo il popolo alla fame, allora si può anche mandare la gente a piedi a lavorare. Possibilmente una bicicletta per tutti, e una divisa uguale per tutti per la futura repubblica sovranista (e democratica) italiana.
Quel che non capisco è a che gioco giochi il governo lombardo. Afferma Caparini infatti che “Sulla base delle nuove previsioni pubblicate nel Documento di Economia e Finanza (Def) appare probabile il blocco dei 2 miliardi di spesa pubblica, di cui 300 milioni di Fondo Nazionale Trasporti – ha spiegato nel corso dell’audizione di lunedì di fronte alle commissioni Bilancio della Camera e del Senato, come riporta il quotidiano Affaritaliani. Il risultato? “L’impossibilità di rispettare i contratti sottoscritti con le aziende di trasporto locale nonché il rispetto dei tempi di pagamento ai fornitori. Nel mese di dicembre tutti i mezzi del trasporto pubblico locali rimarranno nei depositi: non si pagano autisti, non si paga la benzina, non si paga la manutenzione perché non ci sono i soldi. Si tratta di capire come uscire da questa situazione”, ha concluso Caparini pensando anche ai 58 milioni decurtati dal Fondo nazionale trasporti nel 2017 e ai 100 milioni ridotti con la manovra correttiva dello stesso anno.
Oilà, Caparini, e quel residuo fiscale di 56 miliardi? E magari l’autonomia chiesta dalla maggioranza dei lombardi? E la trattativa mai andata avanti di un passo con un rinvio imbarazzante fino a murarla viva? Magie di Salvini premier. Chiudere i porti e anche far chiudere bottega alla Lombardia. Popolo sovrano? Ma dai…