Da l’indipendenza del 16 agosto 2020- di Davide Boni – Che la questione settentrionale sia stata archiviata a suon di trombe e trombette e 300 metri di tricolore il 2 giugno è cosa vecchia. Prima Napoli viene prima di tutto. Ma per carità, è giusto così. E’ legittimo che i napoletani vogliano comandare a casa loro. E i pugliesi a casa loro. Ma il Nord? Il Nord a casa propria proprio non conta più un belino. Si sta scomodando a rullo di tamburi la sinistra, da Martina a Bonaccini a Cacciari a stratitolare su La Stampa che la questione del Nord è vitale, cruciale, che la questione settentrionale è la chiave di volta, visto che la chiave l’ha buttata via Salvini per un pugno di voti al Sud. Su questo, quanto dichiarato da Umberto Bossi l’altro giorno su la nuova padania è sacrosanto. Poi però manca un pezzo. E cioè cosa ci stia a fare il senatur dentro questa cosa nazionalista. Ma stop, è un altro discorso.
La vicenda del bonus cosa c’entra con la questione settentrionale? Tanto, tantissimo. Tutto. Perché le partite iva ferme per il covid non abitano mica a Terrazzino Ionico, ma a Sesto San Giovanni, a Bovolenta, o a Carugate, oppure a Casale Monferrato o a San Vito di Cadore.
E cosa scopri? Scopri che chi ha preso i voti delle partite Iva, bandiera indiscussa (forse un tempo), della crociata leghista contro lo Stato ladro, ladrone, tassator scortese, erano in fila come alcuni consiglieri regionali di Zaia in Veneto, e pure c’era il vice governatore, per ricevere l’aiuto di 600 euro dall’Inps. Ma, per carità, a loro insaputa. E poi arrivati, i soldi sono finiti in beneficienza.
Caspita, a una partita iva in difficoltà o alle missioni? Un tempo la Lega voleva la protesta fiscale, anzi. Era per l’obiezione fiscale.
Oggi è finita a fare l’obiezione di coscienza. Se faccio richiesta a mia insaputa del bonus, poi però non lo accetto. Obietto. Una capriola degna dei difensori del popolo, degni di più ancora del mensile che percepiscono nel parlamentino regionale. Roba che una partita iva, vera, vede in mesi di lavoro.
Poi la furia anticasta non sappiamo dove andrà a colpire. Ma per favore, lasciate fuori dal mazzo i piccoli amministratori locali, i consiglieri comunali che si divino tra casa, famiglia, commissioni e lavoro. Loro davvero la partita iva ce l’hanno e non hanno lavorato. Hanno continuato però ad essere al servizio della loro comunità. Non confondiamo i distrattoni, i non lo sapevo, dai piccoli militi ignoti che cercano di mandare avanti la nostra baracca. Sbaracchiamo chi di dovere.
Davide Boni – Segretario nazionale Grande Nord Lombardia