di MAURIZIO BLONDET – In modo sempre più incalzante, Donald Trump concentra la sua oratoria sul tema: le elezioni saranno truccate (rigged).
Una parte notevole dell’opinione pubblica americana ormai sa – dai blog alternativi – che Smartmatic, la ditta che fornisce le macchine per votare a 16 stati della federazione, è posseduta da un agente operativo di Soros, il britannico (e Lord) Mark Malloch-Brown.
https://www.linkedin.com/pulse/smartmatic-sgo-malloch-brown-soros-operative-buys-election-cj-wilson
Elezioni truccate, ma non basterà
Un sondaggio di Politico/Morning Consult Poll ha confermato che il 41 per cento dei cittadini che si sono registrati per votare dichiara che le elezioni possono essere “rubate”. Fra i cittadini repubblicani, la percentuale sale al 73%.
Ma una cosa importante è accaduta: Donald Trump, in quest’accusa, non può essere più dipinto come un isolato folle che vede fantasmi . Pezzi molto grossi del partito repubblicano – un partito che per la sua campagna non ha stanziato nemmeno un dollaro, in una ostentata manifestazione di ostilità – hanno denunciato i brogli e le distorsioni mediatiche della campagna.

Uno è stato Newt Gingrich. Dirigente nazionale del partito, speaker della Camera bassa durante la presidenza di Bill Clinton, già vicino ai neocon che poi ha abbandonato accusandoli della dissennata politica di destabilizzazione in Medio Oriente, pelo sullo stomaco quanto basta, qualche scappatella sessuale che ha fatto sì che il partito gli chiedesse di dimettersi, inopinatamente si è convertito al cattolicesimo nel 2009 (è uno dei conservative converts), oggi tutti gli riconoscono la saggezza del politico sperimentato, che le ha viste tutte ed è fuori dalla politica attiva.
Ebbene: qualche sera fa, intervistato dal presentatrice Martha Raddatz della ABC News, alla donna che prendeva in giro l’idea fissa di Trump sui brogli possibili, Gingrich ha lasciato basita la presentatrice:
“Quello che accade oggi in Usa è un colpo di stato in corso”, ha scandito. “Se i media lavorassero normalmente, Trump avrebbe 15 punti di vantaggio e vincerebbe a valanga”. Aggiungendo: “Trump è la sola figura nella politica americana contemporanea, che ha attaccato frontalmente questo meccanismo corrotto e colluso”.
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