di MARIO DI MAIO – Inutile girarci intorno: l’ unico sistema valido , al di la’ dei rimpatri, per arrestare l ‘ invasione afroasiatica e’ quello di bloccare le partenze verso l’ Europa ( mafiose e mortifere) creando posti di lavoro in loco, per il bene anche nostro oltre che di quelle popolazioni. Al riguardo e’ indispensabile un accordo tra gli stati europei che potrebbe architettare l’ U.E. dimostrando finalmente di servire a qualcosa. E’ ovvio che necessita abbandonare completamente la politica colonialista e postcolonialista portata avanti dalle multinazionali nell’ esclusivo interesse proprio e degli Stati di appartenenza, con il conseguente saccheggio delle risorse degli autoctoni. Il sistema da adottare potrebbe ispirarsi a quello a suo tempo suggerito dal prof. Gotti Tedeschi ma mai applicato nel nostro Mezzogiorno. Mutatis mutandis le aziende europee potrebbero attivarsi presso gli Stati afroasiatici reclutando capitali locali da mobilitare e supportare a mo’ di merchand banks per lo sviluppo dei business realizzabili nelle aree di intervento con l’ impiego di manodopera del posto. E di conseguenza limitare gli investimenti di capitale proprio all’ indispensabile servendosi preferibilmente di addetti appartenenti al territorio .L’ O.N.U. inoltre dovrebbe emanare normative e sanzioni condivise a protezione delle iniziative anche similari in tutte le aree del quarto mondo. Non e’ per niente facile perche’ si andrebbero a toccare interessi di varia natura e non solo americani, sauditi e cinesi, ma di proposte riguardanti la questione se ne sentono in giro troppo poche.