Blitz della Lega sul dl Ong bloccato dagli alleati. Prima crepa nella maggioranza con emendamenti Iezzi!

L’irritazione verso gli alleati c’e’. E la conferma il capogruppo leghista in commissione, primo firmatario dei 14 emendamenti presentati al decreto Ong e dichiarati inammissibili, in quanto estranei alla materia, dai presidenti delle commissioni Affari costituzionali e Trasporti della Camera, l’azzurro Nazario Pagano e l’esponente di FdI Salvatore Deidda. “Sono stupito della decisione”, afferma a caldo Igor Iezzi, che puntualizza: “Nel merito gli emendamenti erano perfettamente attinenti all’argomento, visto che avevano a che fare con la gestione dei flussi migratori e andavano a modificare lo stesso testo di legge modificato dal decreto Ong”. Quindi, l’affondo contro gli alleati: “Non vorremmo avessero prevalso logiche politiche”. Ma da Forza Italia e FdI si assicura che la decisione di non ammettere le proposte emendative leghiste (che miravano a reintrodurre diverse norme dei decreti Salvini, abrogate durante il governo giallorosso, introducendo ad esempio una stretta su permessi di soggiorno, ricongiungimenti familiari e protezione speciale) e’ “esclusivamente di natura tecnico-giuridica”, come ribadisce piu’ volte lo stesso presidente Pagano. Eppure, gia’ nella giornata di ieri fonti parlamentari dei due partiti di maggioranza alleati della Lega avevano sollevato forti perplessita’ sull’opportunita’ (anche politica) di inasprire ancor piu’ del dovuto il clima gia’ teso con le opposizioni sul fronte migranti. Con il rischio, era il ragionamento, che le forze di minoranza mettessero in atto un duro ostruzionismo (tra l’altro gia’ minacciato), tale da rallentare l’iter del decreto, atteso in Aula della Camera il 2 febbraio e da convertire in legge entro i primi di marzo (ma deve essere esaminato anche dal Senato).

– E oggi c’e’ chi, tra i parlamentari di FdI, fa notare come non sia il caso di inasprire lo scontro alla luce della ‘trattativa’ che il governo sta conducendo in sede europea. Ricordando anche che i fronti aperti in Parlamento e fuori sono gia’ diversi, dalla questione delle concessioni balneari alla autonomia differenziata fino al tema scottante della giustizia e delle intercettazioni. “Non possono ritenersi ammissibili le proposte emendative non strettamente attinenti alle materie oggetto del decreto legge all’esame”, ha spiegato alle commissioni riunite il presidente Pagno nell’elencare i testi non amessi, ricordando inoltre che in caso di decreto “il criterio risulta piu’ restrittivo di quello valido per gli ordinari progetti di legge”. Pagano ha quindi richiamato le sentenze della Corte costituzionale, da ultimo quella del 2019, sottolineando che i paletti sulle ammissibilita’ sono dettati dal regolamento e che la stessa presidenza della Camera si e’ espressa in merito sin da tempi remoti. Esultano le opposizioni, che avevano scritto proprio ai due presidenti di commissione per sollecitare una valutazione accurata delle inammissibilita’. “E’ stata una forzatura inutile sul piano procedurale oltre che odiosa per il tentativo di ridisegnare in senso restrittivo le norme in materia di immigrazione, in particolare quelle sui ricongiungimenti”, afferma Filiberto Zaratti, capogruppo di Avs in commissione Affari costituzionali.

“FdI e FI bloccano il tentativo della Lega di riproporre surrettiziamente i decreti Salvini con un vero e proprio colpo di mano in Parlamento. Questo tentativo dice due cose: la maggioranza e’ spaccata e il Carroccio continua a pensare di risolvere la questione migratoria con la peggiore propaganda e alimentando false percezioni. Fortunatamente il blitz e’ fallito”, e’ l’opinione di Toni Ricciardi, deputato Pd e storico delle migrazioni.

“E’ fallito il tentato blitz della Lega”, osserva il presidente di Piu’ Europa Riccardo Magi, secondo il quale “gli emendamenti non potranno essere riammessi, saremmo di fronte a un atto abnorme e totalmente discrezionale”. La Lega, infatti, ha presentato ricorso contro l’esclusione dei suoi emendamenti: il pronunciamento ci sara’ domattina, ma appare scontato l’esito negativo della decisione. Poi, nel pomeriggio, le due commissioni inizieranno le votazioni sugli emendamenti ammessi, in tutto meno di un centinaio, dagli oltre 200 inizialmente presentati. I lavori procederanno anche venerdi’ (almeno stando al calendario stabilito), per poi riprendere lunedi’ e martedi’ prossimi, con l’obiettivo di licenziare il testo entro il 2 febbraio, data in cui il decreto e’ atteso in Aula per la discussione generale.

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