di ROBERTO BERNARDELLI- Una cronaca dell’orrore è quella che leggiamo sulle pagine dei quotidiani locali oggi. Un gatto indifeso, solo colpevole di esistere , è stato massacrato di botte da sconosciuti e ritrovato esanime ormai lasciando alle spalle un calvario di 30 metri di scia di sangue. Non ci consola né ripaga il fatto che i resti della povera bestiola siano in mano all’ars di Lecco che la Forestale di Barzio stia svolgendo indagini. L’animale è morto sotto la barbarie umana dell’inciviltà e della perenne impunità. La speranza è molto poca che si riesca, attraverso le testimonianze, a risalire all’assassino o agli assassini che con crudeltà hanno infierito togliendo la vita al gattino di Cortenova.
La sottovalutazione spesso di questi gesti, derubricati in “bravata” o tanto solo solo gatti, non solo ci indigna ma ci impone di proporre una cultura del rispetto animale che deve passare per l’educazione, la scuola, le famiglie.
E’ poi “solo un gatto”? Come sono tenuti i cani, i piccoli a quattro zampe nelle valli lecchesi? Un censimento sul benessere animale a quando?
Facciamo almeno che il sacrificio, l’olocausto di un’anima innocente serva ad aprire gli occhi e a risvegliare l’opinione pubblica e la coscienza comune prima che altri simili “capolavori” si ripetano, per emulazione.
Come movimento Grande Nord ribadiamo che non è sufficiente denunciare, ma occorre creare le condizioni per una civiltà del rispetto animale, partendo da una filiera della legalità e del rispetto, abbattendo l’indifferenza, l’omertà. Aspettiamo che il sindaco di Cortenova prenda l’iniziativa per promuovere sul territorio eventi per diffondere la cultura del rapporto uomo-animale. Un killer gira indisturbato per i nostri paesi.
Presidente Grande Nord