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Bernardelli: Nord in recessione ma il governo suona sul Titanic. Rincorrere la Lega è stata una illusione

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di ROBERTO BERNARDELLI – Ora che è ufficiale e che lo annuncia Bankitalia, e cioè che la recessione arriva e colpisce in particolare il Nord, con in testa Veneto ed Emilia, non smette la carrellata di Matteo Salvini Big Jim nelle vesti del poliziotto, del sommozzatore, del cacciatore di safari, del vigile del fuoco, del ruspista e così via. E’ talmente colpito da questa girandola di trasformismo l’elettorato, che la Lega sembra volare alto nei sondaggi. D’altra parte, anche quando si faceva la fame, il popolo italiano accorreva in piazza Venezia. E’ un film già visto.

Ma qui la questione si fa seria. Ultimo tassello per chiudere il cerchio sono i dati Istat a fine gennaio 2019, per capire che il futuro è nero. Se anche il Pil del quarto trimestre del 2018 sarà con segno meno, qualcuno dovrebbe alzare la testa e dire che fare. Va da sè che non c’è reddito di cittadinanza o finta riforma Fornero a cambiare il destino di un paese centralista, che muore dentro l’analfabetismo politico e la burocrazia sua sovrana.

Con l’Iva pronta per di pi a salire, i consumi saranno di certo ancora più frizzanti. Il governo finge di tagliare nastri, favoleggia di nuovi ponti, ferma le infrastrutture, cala il quorum dei referendum, ma nella sostanza balla sul Titanic. E’ vero che è il ciclo mondiale a frenare, ma l’Italia è in frenata da sempre. Confindustria, puntualizzava Di Vico di recente sul Corsera, si esprime da tempo “in maniera molta dura nei confronti del governo Conte. Che di fronte al drastico mutamento del ciclo economico mondiale si è girato dall’altra parte, non ha messo in atto gli investimenti atti a contrastarlo e si è concentrato sul mix redistribuzione/mercato del lavoro. Dall’Emilia-Romagna, regione che aveva goduto a pieno della ripresa iniziata nel 2015, arrivano segnali di rallentamento generalizzato con portafogli ordini che si accorciano, stop a investimenti e assunzioni. Persino dall’autostrada A4, uno degli indicatori più significativi del ritmo dell’economia del Nord, giungono prime indicazione di riduzione del traffico dei Tir”.

Io fossi nei panni di un ministro, non dormirei. E il Veneto? Anche qui calano gli ordini e l’export. Manca manodopera, specializzata. “In questo contesto il “partito del Pil” è chiamato a un doppio compito: darsi una piattaforma capace di andare oltre il tema della Tav e ammettere che corteggiare i leghisti di territorio, sperando che ribaltassero la politica economica del governo, si è rivelata una pia illusione”. Se lo dice il Corriere…

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