di Roberto Bernardelli – La crisi di Alitalia è dovuta all’abbandono di Malpensa. Non lo dico io, lo dice l’unico manager che ha saputo portare la compagnia in utile e che si è dimesso, protestando allora contro le ingerenze di una classe politica miope e arrogante. Noi protestiamo Sabato mattina a Malpensa.
Ricordate la beffa della tassa comunale di imbarco, 6,5 euro pagati da ogni passeggero, di cui ai comuni solo 10 centesimi?
Riteniamo che Alitalia non sia più da tempo un asset strategico per il sistema Paese, non lo è a maggior ragione per il Nord Italia, dove (Linate a parte) è praticamente inesistente.
Grande Nord dice stop a questo continuo spreco di risorse pubbliche, in un’azienda che non ha prodotti un euro di utile negli ultimi 15 anni. Una realtà dove il parassitismo politico ha agito per anni ignorando le regole del mercato, insistendo sul dogma fallimentare di Fiumicino- Linate e abbandonando l’hub di Malpensa.
Diciamo basta ad uno Stato che premia chi fallisce e bastona con un fisco iniquo e feroce le piccole e medie imprese che sono l’asse portante della nostra economia.
Dopo aver massacrato Malpensa, spostato la compagnia a Roma, declassata Milano, ci si aspetterebbe dalla forza politica numericamente più pesante del Nord una presa di posizione diversa. Invece de panza e de sostanza la Lega Salvini Premier è tutta proiettata sul salvataggio di chi ha distrutto un sistema drenando di continuo risorse pubbliche.
Dal Ponte sullo Stretto al salvataggio della compagnia di bandiera contestata per un quarto di secolo, c’è l’imbarazzo della scelta. Imbarazzante è poco.
Onorevole Roberto Bernardelli, presidente Grande Nord