Bernardelli: Lo Stato italiano non ci darà mai il federalismo. Spesa pubblica fuori controllo, pensioni a rischio

di Roberto Bernardelli – Adesso, una volta di più, sappiamo perché la tirano per le lunghe. Non è solo una questione di assistenzialismo. Di voti di scambio. Il sistema è talmente incancrenito che non fa altro che drenare risorse. E non è colpa solo della pandemia. Perché, a  ben vedere, ci sono regioni che col Covid non sono andate in rosso.

Quello che fa drizzare le antenne è l’ultima corposa analisi del Centro studi dell’associazione Unimpresa. Bravi! Hanno scritto che le uscite della spesa pubblica sono esplose sì per emergenza Covid. “Ma in futuro pesa l’aumento della spesa per le pensioni: dal 15,7% del pil quest’anno al 16,1% stabile nei prossimi anni. Prima impennata nel 2020 con 75 miliardi extra sul 2019 (più 9%), poi nel 2021 crescita di 40 miliardi (più 4%). Quest’anno nuovo aumento di quasi 23 miliardi (più 2%) e totale a 1.008 miliardi. Il peso delle pensioni sul triennio 2023-2025: assegni Inps. dal 15% al 16% del pil”. Il presidente Ferrara afferma: «Giusto intervenire con misure in deficit e con nuovo debito per tamponare la crisi, ma in prospettiva è necessario avviare un sentiero di rientro alla normalità. Adesso bisogna puntare sulla crescita economica, non su quella del debito pubblico».

Mi vengono in mente le parole di un tal Umberto Bossi, recenti, in cui mette in guardia sulla tenuta della previdenza e il rischio che chi ha versato contributi, cioè il Nord, resti a piedi. Lo diciamo da anni, caro Umberto. Grande Nord, a differenza della Salvini Premier, sulle pensioni del Nord parla da tempo. E siamo anche i soli ad aver sollevato la questione della doppia tassazione dell’assegno previdenziale. Solo l’Italia tassa i contributi in busta paga e poi quando li restituisce in pensioni tassa ancora anche quelle.

 

 

 

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