Bernardelli: La politica si fa sul territorio, non sul computer. Noi tra la gente con gazebo e sedi del movimento

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di ROBERTO BERNARDELLI – Volete voi far processare il politico Tal dei Tali? Fatecelo sapere sulla rete. Oramai, a prescindere da chi ha torto o ragione, nel giochetto di chi si proclama vittima e poi si candida all’immunità perpetua, la democrazia sembra passare non per il Parlamento ma per i social, per il web. Un X-Factor in cui il pubblico decide in base al proprio gradimento col televoto da casa o in studio, se Tizio deve continuare o essere eliminato.

Certo, è colpa dei partiti se la sovranità delegittimata cerca altre strade per contare e avere voce. Ma un conto è utilizzare uno strumento di libertà come il web per avere spazio, un altro è usarlo come sola alternativa ai sistemi che regolano la vita civile. La delegittimazione del Parlamento è un dato di fatto. E la rete, i social, appaiono come l’unico spazio di verità e libertà. Una semplificazione che ha portato al disastro di oggi al governo del Paese.

Peccato perché la politica e il governo delle città sono una cosa ben più complessa. E che le coscienze e le competenze non si formino sulla rete e su twitter lo dimostrano quelli che stanno ora al governo. Non facciamoci prendere la mano da questa rincorsa, lasciamola a quelli che si stanno schiantando. La rete è un sistema complesso ma da governare! Chi di web ferisce, di web perisce… Lo abbiamo visto.

Noi come Grande Nord invece siamo sull’altra sponda, apriamo sedi del movimento, siamo in piazza tra la gente con i nostri gazebo. Lo abbiamo fatto per primi con la raccolta firme per abolire il reddito di cittadinanza, lo stiamo facendo ora nei nostri Comuni tra la nostra gente per abolire la doppia tassazione sulle pensioni. La rete è un mezzo, non un fine. La politica non è virtuale.

Onorevole Roberto Bernardelli, presidente Grande Nord 

 

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