di Roberto Bernardelli – Scopre ora, la politica, che la filiera della distribuzione dei carburanti è malata. La Guardia di finanza ci offre uno spaccato agghiacciante. Più della metà dei distributori controllati ha presentato irregolarità. E tutto questo mentre la politica delle accise un giorno sì e l’altro no mostra i nervi scoperti. Faceva comodo in campagna elettorale promettere tagli drastici, poi però incassati i voti, eliminati gli sconti del “cattivo Draghi”, riecco la peggiore tassa tornare protagonista del malessere nazionale.
Complimenti. 2.809 violazioni in dieci mesi rispetto a 5.187 interventi. Perché, sia chiaro, non è che è roba di questi giorni. E’ dal 2022 che sapevano. In 2.092 casi non è stato comunicato il prezzo praticato per la benzina al ministero. Ma non esistono meccanismo tali per cui se non lo fai, ti blocco l’erogazione? Ora si cerca di far rientrare i buoi a stalle aperte.
Certo, il punto cruciale è la “filiera commerciale”, si legge negli atti, che decide il prezzo. Ma che dire degli stoccaggi? Sembra il gioco del gas e dell’energia elettrica. “Rialzo e ribasso fraudolento di prezzi” e ancora “manovre speculative sulle merci” sono i due reati sotto i riflettori.
Matteo Salvini dice: “Sono contento (beato lui che è contento, ndr) che ci siano dei controlli a tappeto, perché anche in questo caso, come nel caso del gas e della luce, qualcuno ne sta approfittando”. I cittadini se ne sono accorti da tempo. Anche che il taglio delle accise non c’è il coraggio di farlo. Perché “costa”. Hanno preferito il reddito di cittadinanza.