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BERNARDELLI: Italia uguale sottosviluppo. Disoccupati tutti al Sud, più dell’intera Germania. E del Regno Unito

disoccupazione
di ROBERTO BERNARDELLI - Le ultime statistiche dicevano che il Sud era l'area con la maggior concentrazione di disoccupati. Era il 2016 e la cartina impietosa dell'Europa mostrava la verità. Esistono due Paesi e un'Europa del Sud. 
Ma ora gli ultimi aggiornamenti Eurostat imprimono una accelerazione a questa diversità sociale ed economica. Non basta tutta la Germania, che ha quasi 30 milioni di abitanti in più di noi, a toccare le vette della disoccupazione meridionale.

Non possiamo far altro che leggere il dossier Eurostat. I dati parlando da soli. Il governo tace, tanto, per Salvini e amici, siamo tutti uguali… E quindi non meritiamo autonomia né rispetto del saper fare nonostante le tasse, nonostante i prelievi forzosi e i servizi da terzo mondo. Buona lettura...

I disoccupati di lunga durata, quelli in cerca di lavoro da oltre 12 mesi, diminuiscono in Italia nel 2018 fissandosi a 1,6 milioni di unita' (-81.600) ma sono il numero piu' elevato in Ue. Tra Sud (594.000) e Isole (312.000) i disoccupati da oltre un anno sono oltre 900.000, un dato di molto superiore a quello dell'intera Germania (600.000) nella quale pero' vivono 82 milioni di persone a fronte dei 20,6 residenti al Sud. Emerge dai dati Eurostat secondo i quali in Campania (286.000) e Calabria (105.000) ci sono piu' disoccupati di lunga durata dell'intero Regno Unito (352.000).

Eurostat segnala anche che si allarga ancora il divario tra il tasso medio di occupazione femminile in Ue (63,3%) e quello italiano che sale ma resta sotto il 50% (al 49,5%). Dopo la Mayotte, regione d'oltremare francese, ci sono quattro regioni italiane agli ultimi posti con la Sicilia che scende dal 29,2%
del 2017 al 29,1%. Ha un'occupazione inferiore al 30% anche la Campania seguita da Calabria (31%) e Puglia (32,8%).
Nell'Europa a 28 nel 2018 c'erano 7,3 milioni di disoccupati di lunga durata con un calo di oltre 1,1 milioni rispetto al 2017 ma ancora a un livello superiore di circa un milione rispetto al 2008 (ma in deciso calo rispetto ai 12,47 milioni del 2013). In Italia la disoccupazione di lunga durata seppure in calo rispetto al 2017 e' piu' che raddoppiata rispetto al 2008 quando erano senza lavoro da oltre 12 mesi solo 752.000 persone. In Germania l'andamento e' stato opposto rispetto al nostro Paese con 1,6 milioni di disoccupati di lunga durata nel 2008 e un milione in meno (600.000) dieci anni dopo. 

In Italia chi e' senza occupazione da oltre 12 mesi rappresenta il 58,1% della disoccupazione complessiva a fronte del 43,2% nell'Ue a 28 e del 40,9% in Germania ma le differenze sono molto significative sul territorio. Nella provincia di Bolzano meno di un quarto dei disoccupati (il 23%) non ha lavoro da piu' di un anno (il 31% a Trento) mentre in Calabria la percentuale sfiora il 70% (il 69,6%, al livello piu' alto dall'inizio della crisi economica quando era al 50,5%). 

In Emilia Romagna il tasso dei disoccupati di lunga durata sul totale della disoccupazione e' in media europea (41,4%) anche se di molto superiore al 25,9% del 2008. Dall'inizio della crisi l'Italia ha registrato una crescita significativa della forza lavoro grazie all'aumento della partecipazione delle donne e alla stretta sulle regole per l'accesso alla pensione con la permanenza in ufficio della fascia piu' anziana della popolazione. 

Ma se se per gli occupati complessivi nel 2018 si sono superati i livelli pre crisi (con oltre 23 milioni di lavoratori) e' aumentata la disoccupazione complessiva di quasi 1,1 milioni di unita' con una crescita sostenuta soprattutto per quella di lunga durata (850.000 in piu'). Per la Spagna se la crescita della disoccupazione di lunga durata e' stata molto piu' rapida (tra 467.000 e 3 milioni tra il 2008 e il 2013) e' stato veloce anche il calo con la discesa nel 2018 sotto quota 1,5 milioni.

 Mentre nel complesso nel nostro Paese si registra una riduzione (-81.000 unita') registrano una performance negativa il Lazio (da 156.000 nel 2017 a 172.000), la Calabria (da 100.000 a 105.000) e la Sicilia (da 249.600 a quasi 256.000).
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