di Roberto Bernardelli – «Roma, città parassitaria di affittacamere, di lustrascarpe, di prostitute, di preti e di burocrati, Roma – città senza proletariato degno di questo nome – non è il centro della vita politica nazionale, ma sibbene il centro e il focolare d’infezione della vita politica nazionale (…). Basta, dunque, con lo stupido pregiudizio unitario per cui tutto, tutto, tutto dev’essere concentrato in Roma – in questa enorme città-vampiro che succhia il miglior sangue della nazione». Sapete chi lo scriveva? Uno che iniziando ad andare cambiò idea, radicalmente, coltivandone poi il culto. Una domanda: ma non è che andando a fare politica a Roma si perda la trebisonda?
Giusto, non vi lascio col dubbio e in sospeso. A vedere Roma come un bordello fu Benito Mussolini.
Onorevole Roberto Bernardelli, presidente Grande Nord