di Roberto Bernardelli – Ha sorpreso il mondo perché, in piena pandemia, ha toccato più 18% di crescita del prodotto interno lordo. E non è accontentata di questo. Ora dà il colpo finale all’economia dell’Europa vecchia e stantia e in particolare al nostro paese che litiga ancora sulla legge elettorale, sulla giustizia, dimenticando l’autonomia ovviamente del Nord: la notizia che deve farci ripensare a come cambiare lo Stato centrale idrovora perenne, è che la Cina annuncia che taglierà anche le tasse per aumentare la crescita economica.
Lo ha fatto sapere la Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma in un comunicato congiunto con tre ministeri. “La Cina mobilitera’ risorse finanziarie per sostenere l’economia reale, ridurre i costi di transazione imposti dal governo e tagliare i costi del lavoro per le imprese”, si legge nella nota. “La Cina ridurra’ anche i costi logistici, annullera’ o abbassera’ alcune tariffe portuali per le autostrade e per l’aviazione civile e migliorera’ le infrastrutture di trasporto e logistica”, ha precisato la Commissione.
Ma l’Italia imparerà mai?
Nel comunicato viene anche aggiunto che “saranno compiuti sforzi per migliorare la rotazione del capitale delle imprese e garantire pagamenti tempestivi alle piccole e medie imprese”. Pechino “continuera’ ad attuare politiche sistematiche di riduzione delle tasse, estendere la durata di diverse politiche temporanee come lo sgravio dell’imposta sul valore aggiunto per i piccoli contribuenti e adottera’ nuove politiche sulle riduzioni fiscali strutturali per compensare l’impatto di alcuni aggiustamenti politici”, si legge nella conclusione del comunicato.
E adesso chiediamoci dov’è la dittatura fiscale.
Onorevole Roberto Bernardelli – Presidente Grande Nord