di ROBERTO BERNARDELLI – Volete voi far processare il ministro Tal dei Tali? Fatecelo sapere sulla rete. Oramai, a prescindere da chi ha torto o ragione, nel giochetto di chi si proclama vittima e poi si candida all’immunità perpetua, la democrazia sembra passare non per il Parlamento ma per i social, per il web. Un X-Factor in cui il pubblico decide in base al proprio gradimento col televoto da casa o in studio, se Tizio deve continuare o essere eliminato.
Certo, è colpa dei partiti se la sovranità delegittimata cerca altre strade per contare e avere voce. Ma un conto è utilizzare uno strumento di libertà come il web per avere spazio, un altro è usarlo come sola alternativa ai sistemi che regolano la vita civile. La delegittimazione del Parlamento è un dato di fatto. E la rete, i social, appaiono come l’unico spazio di verità e libertà. Una semplificazione che ha portato al disastro di oggi al governo del Paese.
Peccato perché la politica e il governo delle città sono una cosa ben più complessa. E che le coscienze e le competenze non si formino sulla rete e su twitter lo dimostrano quelli che stanno ora al governo. Non facciamoci prendere la mano da questa rincorsa, lasciamola a quelli che si stanno schiantando. La rete è un sistema complesso ma da governare! Chi di web ferisce, di web perisce…
Infatti, usando abilmente la rete come strumento di distrazione, il governo non dice che il fatturato dell’industria italiana, a dicembre 2018, diminuisce del 3,5% rispetto a novembre, subendo il ribasso più forte sul mercato estero. Lo rileva l’Istat, che su base annua segna una caduta del 7,3%.
E’ anche il dato peggiore dal 2009. Male anche gli ordinativi dell’industria che, sempre a dicembre, calano dell’1,8% rispetto al mese precedente, a causa delle perdite subite sul mercato estero; su base annua il dato segna una flessione del 5,3% (dato grezzo), la più ampia dal luglio del 2016. Per le commesse si registra un +2%, in deciso rallentamento a confronto con il +6,3% del 2017 (valori grezzi).
E l’economia? Non quella raccontata, ma quella vera? Peggiorano gli indici delle principali borse europee con Piazza Affari (Ftse Mib -0,7%) in coda, dopo il rialzo dello spread a 273 punti dopo dati Istat sull’industria peggiori delle stime.
C’è altro da dire?