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BERNARDELLI: IL PRESIDENTE FONTANA DICE CHE SICCOME SIAMO “BRAVI”, LEGGI FESSI, NON AVREMO I SOLDI CHE ROMA CI DEVE

fontana seduto

di ROBERTO BERNARDELLI – Il 2 gennaio il presidente Attilio Fontana in una intervista a Il Giornale, alla domanda  Quando parliamo di autonomia parliamo di competenze o anche di risorse?, ha così risposto:
«In termini di risorse, il vantaggio deriverà dall’efficientamento, dal fatto che la nostra organizzazione è migliore di quella statale. I compiti attribuiti, riusciremmo a gestirli in modo più efficiente. Poi se i cambiamenti porteranno ai costi standard potremmo anche avere risorse in più, ma questo punto non è fondamentale ora. Non sono i trasferimenti da Roma che contano: è la capacità di efficientare l’organizzazione, i risparmi li teniamo noi. Se non si fa così non si va da nessuna parte».

Cari amici, io ci leggo questo: col residuo fiscale, 56 e passa miliardi, abbiamo scherzato. Non ne abbiamo più bisogno, siamo talmente efficienti, più dello Stato, che il problema delle risorse non esiste. Le risorse le recuperiamo dal fatto che sappiamo spendere bene i soldi dei cittadini… Ma il presidente Fontana dimentica dove vanno le tasse dei lombardi? Quante ne tornano rispetto a quelle versate? Lo sa che col residuo fiscale potremmo andare in pensione a 60 anni senza assegni da fame? E che le imprese potrebbero ricavarne meno tasse dall’autonomia fiscale? Macchè. “I risparmi li teniamo noi”. Ma quando mai, presidente! Siamo qui a dire che non ci teniamo neanche un ghello da almeno 30 e passa anni, e da 30 anni si lotta per avere le briciole dell’autonomia. L’autonomia alla lombarda, mi pare, è piuttosto una presa in giro. Più che fermare donne e bambini sulle navi, non si parla d’altro. E il nostro lavoro? E le nostre strade? I nostri treni? Le nostre università? Le nostre scuole? Ma dove vive, lei, presidente? Dentro il magico cerchio dei silenziosi per non cadere in disgrazia del papa re?

Presidente Confederazione Grande Nord

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