Bernardelli, i rifiuti romani in Olanda via Svizzera. Riesplode, giustamente, la polemica. Ma non in Italia

di Roberto Bernardelli – Dei rifiuti romani che attraversano e ingolfano il sistema ferroviario svizzero avevamo già parlato. La tv in lingua italiana della confederazione elvetica aveva sollevato l’imbarazzante questione (vedi nostro articolo    ).

Ora i media ci tornano, a conferma che il problema c’è, esiste e resiste e non è affatto digerito dalla popolazione, mentre in Italia non se ne parla.

La storia è questa, Roma invia alla olandese Amsterdam Waste Energy Company (AEB), proprietaria del termovalorizzatore di Westelijk Havengebied, i rifiuti della Capitale per essere inceneriti. Con l’effetto collaterale che, si leggeva già il mese scorso, “il traffico lungo le trasversali ferroviarie alpine elvetiche, che sono ai limiti delle loro capacità nel comparto passeggeri”, sta pesando “indirettamente sulle tasche delle e dei contribuenti confederati”.

Tutto gira attorno  900 tonnellate alla settimana di rifiuti della Capitale in transito sui binari elvetici e quindi una mole, come avevamo ricordato, di 470’000 tonnellate di rifiuti indifferenziati. Il cosiddetto ecologismo italiano mette lo sporco sotto lo zerbino in casa d’altri, e altri ancora, gli olandesi, ci guadagnano. A Roma, che ha lo status speciale in Costituzione, costano 180mila euro a settimana questi rimbalzi. Poi però tranquilli, Roma Capitale ha diritto a più trasferimenti dato il suo alto riconoscimento.

Fino a quando dovrebbe proseguire il via vai di immondizia? Almeno fino al 2026. Mentre il potenziamento della rete svizzera per supportare i carichi,, riportava la tv svizzera, sono di 70 milioni di franchi l’anno.

Attendiamo che il termovalorizzatore entri in funzione, a Pomezia.   Vista dalla Svizzera la situazione italiana appare incomprensibile. “Che senso ha opporsi a un termovalorizzatore per poi bruciare quella stessa immondizia in Olanda, dopo un viaggio di 1’600 chilometri?”, si è chiesto il parlamentare socialista Bruno Storni secondo cui il trasporto in treno via Alptransit (il sistema di nuove trasversali ferroviarie alpine nella Confederazione) dei rifiuti, sussidiato dalla legge svizzera sul trasferimento merci su rotaia, “è una follia”. Lo riporta sempre il portale della tv della svizzera italiana.

Legambiente Lazio però replica per voce del responsabile Roberto Sacchi.  Il problema vero è che a Roma “alla fine non si faranno impianti di nessun tipo”, mentre ce ne vorrebbero almeno venti, di varia natura, per risolvere la crisi dei rifiuti, che è destinata a durare ancora a lungo. Una storia italiana, tanto per cambiare. Tanto che Legambiente fa sapere che “nessun grammo di rifiuti viene gestito all’interno della città e l’1,65 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti ogni anno vengono smaltiti da altre parti”. Chiaro, no?

 

Onorevole Roberto Bernardelli, presidente Grande Nord

 

 

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