di ROBERTO BERNARDELLI – La notizia del giorno è la manovra. Finalmente si parla di qualcosa di concreto. Non sono selfie o bagni di folla organizzati con angolature che fanno lievitare le presenze. Qui si entra nel merito però dell’illusionismo di governo. E non si può che dare ragione ad una voce fuori dal coro ma pertinente come quella del presidente di Federcontribuenti. Marco Paccagnella. Cosa afferma?
Dice che questa è “una manovra che non elimina né gli sprechi e né tanto meno la diseguaglianza e non risolve il problema dell’occupazione”.
Già lo ha ammonito Draghi, le parole fuori posto sono un costo per cittadini e imprese. Infatti Paccagnella spiega: “Non sapranno come impedire alle banche di aggredire – alzando tutti i tassi di interesse – i titolari di mutui e fidi”. Risultato, condivisibile: “Così andiamo a schiantarci di sicuro; troppi soldi a settori improduttivi e mance ai disoccupati, troppi favori fiscali a chi ha già molto. Così si finisce male. Chiediamo come consumatori e contribuenti un incontro con i presidenti delle commissioni Bilancio di Camera e Senato per trasmettere le reali necessita’ dei cittadini italiani”.
Beh, Federcontribuenti ci faccia sapere, ci aggiorni sull’esito delle consultazioni. Intanto, il dibattito sulla riforma fiscale è lo snodo reale dell’economia reale. Secondo l’associazione piuttosto che la Flat Tax ”è indispensabile portare l’iva al 18% per aumentare i consumi e far girare l’economia”, e anche in tema di lavoro ”si vogliono dotare di altri 2 miliardi strutture come i centri per l’impiego che non hanno mai dato risposte ai giovani e ai disoccupati”.
Hanno detto tutto loro. I numeri, se sono questi, devono farci aprire gli occhi. “In Italia i centri per l’impiego ‘non hanno mai funzionato: per le politiche del lavoro spendiamo 7 miliardi di euro; il 55% destinato ad incentivi per le assunzioni, il 40% alla formazione, il 4% all’avvio di start-up e l’1% alla creazione diretta di posti di lavoro però, solo il 3% dei disoccupati che si rivolge agli uffici di collocamento riesce a trovare un impiego. Una media irrisoria rispetto ai numeri di Francia e Germania che superano il 20%. Secondo l’Istat, all’anno, almeno 2 milioni e mezzo di persone vi si rivolgono. Che senso ha – conclude Federcontribuenti – potenziarli ancor più quando andrebbero invece riformati e formati?”.
Misteri gialloverdi.