di Roberto Bernardelli – Quando andavo a scuola mi hanno insegnato che una delle regole chiave per non sbagliare è copiare dai classici. Che non vuol dire non studiare quanto piuttosto prendere il meglio di quello che offrono i modelli immortali. Lì c’è il sapere dell’umanità. Ora, senza dover paragonare un governatore come Zaia a Ovidio o Dante, basterebbe che la Regione Lombardia copiasse alcune linee di prevenzione e gestione della pandemia dai vicini di casa. Il Veneto ha precettato i medici di base, i tamponi e i test li devono fare. E vengono allestite strutture anche esterne per effettuare in sicurezza la diagnostica.
In più i medici di base devono seguire i loro pazienti, pazientemente, anche a casa. Il Veneto non caso è messo meglio della Lombardia quanto ad affollamento dei reparti, dei pronto soccorso.
Caro Fontana, cosa aspettiamo? L’altra sera il tanto bistrattato Zangrillo, perché voce fuori dal coro, in tv ha affermato che il 60-70% dell’affollamento sanitario in questo momento si potrebbe evitare, sono cittadini che sono in ansia e che non sentendosi garantiti dalla medicina territoriale, corrono in ospedale.
Appunto, Fontana. Siamo qui ancora in attesa di capire se la medicina del territorio esiste, e se c’è come è strutturata per l’emergenza. Perché, sia chiaro, a Roma non brillano quanto a prevenzione, ma far credere che sia tutta colpa sempre del governo ladro se piove non regge più. Con questa tragedia in Lombardia è il diluvio.
On. Roberto Bernardelli – Presidente Grande Nord