di ROBERTO BERNARDELLI – E’ proprio vero che i morti si contano alla fine della battaglia. Nel terzo trimestre del 2016 i rapporti di lavoro a tempo indeterminato attivati sono stati meno di quelli cessati con 406.691 assunzioni stabili (-18,7% sul terzo trimestre 2015) e 483.162 cessazioni di rapporti fissi(-3,2%). Lo si legge nel Report nel sito del ministero del Lavoro. Finita la droga per molte aziende degli sconti contributivi, le assunzioni a tempo indeterminato si sono fermate. Nel complesso i rapporti di lavoro attivati nel terzo trimestre sono stati 2,38 milioni mentre le cessazioni sono state 2,32 milioni. Che disastro.
Crescono i licenziamenti del 10,8% (+22.213) sullo stesso periodo del 2015. Oltre 10.000 licenziamenti fanno riferimento alla componente straniera. Il che significa che lavoro non ce n’è neppure per loro. La crisi c’è e si vede. Non può esistere ripresa se lo Stato non taglia drasticamente la tassazione sulle imprese, se il parassitismo pubblico e sindacale prosegue a mungere gli affari della formazione professionale pagata dalle regioni che non produce nuovi occupati ma denaro pubblico per chi non ricolloca i disoccupati. E’ l’eredità del governo Renzi e di quelli che lo hanno preceduto. Una mangiatoia sulla pelle di chi ha perso tutto.
Ci piacerebbe sapere a cosa servono i centri per l’impiego…
Presidente Indipendenza Lombarda