di Roberto Bernardelli e Monica Rizzi – Già la differenza c’è. Mentre Matteo Salvini sabato scorso parlava solo di sbarchi e immigrati, Stefano Bonaccini governatore emiliano intervenendo al Meeting di Rimini parlava un’altra lingua.
“Sono d’accordo se si volesse aprire una discussione sulla revisione del numero delle regioni italiane”, spiega il presidente nel suo intervento al Meeting di Rimini, all’incontro dal titolo ’50 anni di Regioni: l’architettura dell’Italia alla prova’. “C’è un tema di squilibrio geografico, ma anche numerico – ha sottolineato BONACCINI -: anche la dimensione può fare la differenza della competitività. Bisogna capire se ha ancora senso che ci siano regioni con 10 milioni di persone e alcune con centinaia di migliaia di abitanti”.
Beh, intanto il tema lo ha messo sul tavolo. Le macroregioni alla Miglio sono “ferme” a 30 anni fa? Se ne riparla ma il concetto non cambia: autonomia. Responsabilità, gestione delle risorse che non deve decidere Roma, a partire dalla sanità. Ops, lo dice anche Bonaccini. “Il sistema sanitario è nazionale, certo servono parametri e certezze di regole per tutti e va irrobustito, ma se qualcuno viene in questa regione a dire che la sanità nei prossimi anni dovrà essere gestita da Roma troverà l’opposizione, non solo di BONACCINI, ma degli emiliano-romagnoli. Il sistema sanitario pubblico di questa regione è tra i migliori al mondo e noi ce lo teniamo così com’è, anzi, lo vogliamo migliorare”.
Il dibattito del futuro ruota attorno a queste priorità. Non ne parla più la Lega, che è un partito antieuropeo e sovranista. Se altri dicono che non deve essere un esercito di pidocchi a governare il paese, parliamone. I partiti passano, le idee restano e corrono sulle gambe di chi ci crede.
Onorevole Roberto Bernardelli – Presidente Grande Nord
Monica Rizzi – Segretario organizzativo federale Grande Nord