Bernardelli, cara Confindustria il problema non è il salario minimo ma le buste paga del Nord e il nostro residuo fiscale

di Roberto Bernardelli – E sì che gli imprenditori queste cose le dovrebbero sapere. Ma se il vicepresidente di Confidustria è di Frosinone magari qualcosa gli sfugge sul rapporto tra il costo della vita e i salari al Nord. E quindi si va a discutere di salario minimo nazionale. E’ incredibile che chi sta ai vertici della politica industriale voglia ignorare le dinamiche del territorio. Ecco cosa dice il numero due di viale dell’Astronomia. “Il salario minimo per Confindustria non penso che sia un problema perche’ i contratti di Confindustria sono ben al di sopra, almeno per quanto riguarda i minimi contrattuali, rispetto alle soglie che vengono comunemente indicate per il salario minimo in Italia”. Lo ha detto il vice presidente di Confindustria, Maurizio Stirpe, a margine di una iniziativa sul mercato del lavoro nell’ambito del Festival dell’Economia di Trento organizzato dalla Provincia Autonoma e dal Gruppo 24 Ore.

“Non avremmo nulla in contrario – aggiunge – a tre condizioni: che il salario minimo venga fissato come percentuale compresa tra il 40 e il 60% del salario mediano; la seconda condizione e’ che il salario minimo non venga confuso con quella che viene la retribuzione proporzionale e sufficiente dell’articolo 36 della Costituzione, sono due cose completamente diverse: il salario minimo e’ una cosa, il salario giusto e’ altra. Terza condizione e’ che il salario minimo deve operare per tutti i contratti, a 360 gradi quindi non solo per le aree in cui non c’e’ la contrattazione collettiva ma anche per le aree dove c’e’. Altrimenti si esporrebbe a operazioni di dumping salariale”.

Tralascio i tecnicismi e chiedo a Stirpe. Ma lei lo sa che al Nord non è questione di salari minimi ma di stipendi in grado di reggere la vita quotidiana in base ai costi del territorio, dagli affitti ai beni di prima necessità? E lo sa che il residuo fiscale che Roma si trattiene, se fosse redistribuito a lavoratori, pensionati, imprese, sarebbe la soluzione alla fatica di arrivare alla terza settimana? Ai poveri del Nord non si risponde vagheggiando di altro ma rendendo giustizia sociale a chi ha già pagato.

 

Onorevole Roberto Bernardelli, presidente Grande Nord

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