Alla fine il centrodestra si ricompatta e vota alla Camera a favore dello scostamento da 8 miliardi di euro nel 2020 di maggiore deficit. Ma trovare l’intesa non è stato così facile come può sembrare dalle dichiarazioni ufficiali. E’ Silvio Berlusconi il ‘trascinatore’, che gioca d’anticipo e, collegandosi stamane con il gruppo azzurro riunito a Montecitorio prima dell’Aula, annuncia il sì del suo partito, perché gran parte delle proposte dell’opposizione sono state accolte dal governo, in particolare quelle presentate da Fi sulla moratoria fiscale e sulle risorse per 2 milioni di autonomi. Durante la telefonata in viva voce il Cav detta la linea ai suoi e si augura che gli alleati facciano come lui, perché l’unità della coalizione va preservata in ogni caso. Di fatto, la sua mossa induce Matteo Salvini e Giorgia Meloni a seguirlo, anche perché non allinearsi in questo momento di nuova emergenza Covid avrebbe significato per Lega-Fdi rompere la coalizione su un tema sensibile come la legge di bilancio sul quale il Colle ha sempre invocato senso di responsabilità. A complicare la trattativa per arrivare al sì unanime sullo scostamento, raccontano, sarebbe stato anche il ‘caso Brunetta’, accusato da Fdi e Lega di intelligence con la maggioranza e di lavorare per dividere la coalizione, aprendo un canale diretto di interlocuzione con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Da qui lo sfogo del senatore di Fdi Ignazio La Russa: ”Berlusconi gli dia un compito diverso rispetto a quello di intralciare l’unità del centrodestra che sembra essere in queste ore la sua unica preoccupazione”. Non sono poi passate inosservate le frasi di Salvini rivolte a chi rema contro: ”La prossima volta sarebbe meglio che ci fossero interlocuzioni dirette con i leader e non telefonate riservate la notte con interlocutori di chi punta a rompere il centrodestra”. La svolta, raccontano, è alle 7 del mattino, quando, dopo una notte di incontri e contatti frenetici, gli sherpa del centrodestra, tra questi Brunetta, consegnano la versione definitiva del documento con le proposte unitarie sulla manovra. Con qualche modifica concordata tra i leader il testo arriva sul tavolo del governo per una risposta formale, come deciso al vertice di ieri. E’ Antonio Tajani, riferiscono, il canale ufficiale di interlocuzione, anche a nome di Lega e Fdi, con il premier Giuseppe Conte e Gualtieri.
Dall’esecutivo arrivano i primi segnali positivi, in particolare, c’è un sostanziale via libera alle misure chieste da Fi per aiutare famiglie e imprese a ripartire. Ed ecco che alle 9.30 Berlusconi chiama i suoi deputati e rompe gli indugi, annunciando il voto favorevole. Proviamo a riavvolgere il nastro per capire come i leader sono riusciti a trovare la quadra. L’orientamento di partenza sullo scostamento nel centrodestra è l’astensione. Per non dare l’immagine di un’opposizione allineata a Conte il sì viene legato a vari ‘paletti’. E questa è la posizione concordata. Poi succede qualcosa nella notte. Ed ecco lo sfogo di Salvini. Solo in mattinata c’è il disgelo. Il testo unitario viene esaminato da Conte e Gualtieri. Per Fi è tutto ok, perché, riferiscono fonti azzurre, sono state accolte dalla maggioranza più risorse per gli autonomi e la moratoria fiscale con ristori a tutte le attività economiche in difficoltà, indipendentemente dai codici Ateco. Arrivano le risposte anche per gli alleati. Che verranno tradotte nella risoluzione che il centrodestra depositerà in vista del voto a Montecitorio. Le tensioni appena accantonate, però, non sono finite. Alla Camera Brunetta prende la parola e Fdi va su tutte le furie. ”Qualcuno avvisi Brunetta”, avverte La Russa, “che il vertice del centrodestra di ieri, forse a sua insaputa, ha deciso che voterà lo scostamento di bilancio a precisa condizione che il governo accetti le nostre semplici proposte fatte pervenire per iscritto. Stiamo ancora aspettando il testo del governo mentre Brunetta in Aula si sbraccia ed anticipa il suo sì”. Le accuse a Brunetta, raccontano, rivelano i malumori della Lega ma anche degli azzurri più affezionati alla formula del centrodestra che vedono nell’iperattivismo dell’ex ministro il tentativo dell’ala moderata-lettiana azzurra di aprire un solco tra Fi e gli alleati. Secondo alcune indiscrezioni c’è chi punta a spaccare la coalizione, spingendo Salvini e Meloni ad astenersi, mentre Forza Italia vota a favore.