La lettera
Egregio Signor Sindaco
Riccardo Poletto
Bassano del Grappa
Oggetto: Cambiamo il nome a “Piazzale Cadorna”
Egregio Signor Sindaco,
sei anni fa scrissi una lettera analoga al Suo predecessore dott. Stefano Cimatti, ma senza grande fortuna; spero questa volta di ricevere almeno una risposta.
La città di Bassano del Grappa è sicuramente uno dei luoghi-simbolo della prima guerra mondiale; a Bassano e nel circondario numerose sono le testimonianze di quella che Benedetto XV definì “l’inutile strage” e il “suicidio dell’Europa civile”: dall’area monumentale Monte Grappa al Tempio Ossario, dal Col Moschin al Ponte degli Alpini; a pochi chilometri da Bassano, per la precisione a Valdobbiadene, ho trovato una lapide che mi ha particolarmente colpito:
“Cittadini uccisi da proiettili n. 51 – cittadini morti per fame n. 484” sta scritto a Palazzo Piva: una tragedia nella tragedia, anche questa quasi sempre dimenticata.
Testimonianze della guerra sono naturalmente presenti anche nella toponomastica bassanese; in particolare vorrei soffermarmi sul piazzale dedicato a Luigi Cadorna.
La figura del generale Luigi Cadorna è, da sempre, molto discussa
Comandante supremo dell’esercito italiano fino alla disfatta di Caporetto, fin da subito si distinse per la scarsa o nulla considerazione della vita dei poveri soldati che mandava all’assalto senza nessuna protezione (e speranza) o per quelli che decimava senza alcuna pietà.
“Cadornismo” fu il termine inventato da Antonio Gramsci proprio per definire quella lucida follia, quel trattare gli essere umani come “carne da macello”.
Stefano Lucchini nel suo recente “A Caporetto abbiamo vinto” ne parla così:
“Sono centinaia di vie dedicate al grande teorico dell’attacco frontale ….al capo supremo che ha dissanguato l’esercito italiano con un’offensiva ogni due mesi, e che fa “obbligo assoluto e indeclinabile a tutti i comandanti” di fucilare sul posto chi si macchia del reato di insubordinazione, magari semplicemente perché dopo settimane di prima linea pensa di avere diritto a un po’ di riposo, e di estrarre a sorte gli sventurati quando è impossibile individuare i colpevoli”.
La retorica patriottarda ha sempre caratterizzato il dibattito sulla prima guerra mondiale e ha sempre impedito qualsiasi confronto; ci sono però, negli ultimi anni segnali importanti: già nel 2009 Ferdinando Camon scrisse sul “Mattino” un significativo articolo chiedendo fosse cambiato il nome alla via Cadorna a Padova, così come a Piazzale Cadorna a Udine; e nel capoluogo friulano il sindaco Furio Honsell e la sua giunta hanno accolto la proposta dell’intellettuale veneto.
In diverse altre città la questione è ancora in corso e la discussione è particolarmente vivace.
Ecco perché, signor Sindaco, mi permetto di sottoporre la questione alla Sua attenzione, sostituisca l’intitolazione a Luigi Cadorna, perché come ha scritto Ferdinando Camon “Aver dato il nome di Cadorna è stato, ieri, un errore. Mantenerlo ancora diventa, ormai, una colpa”.
E mi permetto, sommessamente, di dare un modesto suggerimento per la nuova intitolazione del piazzale: perché non dedicarlo a Luca Russo, il giovane bassanese trucidato un anno fa a Barcellona dal fanatismo islamico? Luca Russo potrebbe rappresentare idealmente tutti quei giovani europei che sognano, un secolo dopo l’inutile strage, un Europa senza frontiere nella quale poter, liberamente e gioiosamente, viaggiare, studiare, conoscere lingue, culture, comunità della nostra cara e vecchia “casa comune”.
Distinti saluti.
17 agosto 2018 ETTORE BEGGIATO
Già assessore regionale del Veneto