ALissa il 20 luglio 1866 gli eredi della Serenissima (veneti,istriani e dalmati) ossatura della marina asburgica sconfissero clamorosamente la marina tricolore (che brillava per la rivalità tra le tre componenti, sarda, siciliana e napoletana) che tanto baldanzosamente aveva affrontato la battaglia, forte della propria superiorità numerica e bellica, e quel “uomini di ferro su navi di legno hanno sconfitto uomini di legno su navi di ferro” fotografa mirabilmente lo scontro navale.
“….deghe drento, Nino, che la ciapemo” così si rivolse l’ammiraglio Tegetthoff al timoniere e all’annuncio della vittoria gli equipaggi risposero lanciando i berretti in aria e gridando “Viva San Marco!!”
L’impero asburgico riconobbe il valore dei marinai veneti, come viene dimostrato dall’elenco dei decorati:
Medaglie d’oro:
PENSO TOMMASO Chioggia
VIANELLO VINCENZO detto GRATAN Pellestrina – Venezia
Medaglie d’argento di prima classe:
ANDREATINI ANTONIO Venezia
PENZO TOMMASO detto OCCHIAI Chioggia
MODERASSO ANTONIO Padova
PREGNOLATO PAOLO Loreo – Rovigo
GHEZZO PIETRO Malamocco – Venezia
DALPRA’ MARCO Venezia
VARAGNOLO ROMA PIETRO FERDINANDO Chioggia
VIDAL BORTOLO detto STROZZA Burano – Venezia
Medaglie d’argento di seconda classe:
GAMBA FRANCESCO Chioggia
ROSSINELLI FEDERICO Venezia
CAVENAGO GIOACCHINO Padova
SCARPA ANGELO ZEMELLO Pellestrina – Venezia
BOUTZEK IGNAZIO Venezia
BUSETTO GIOVANNI ANTONIO Pellestrina – Venezia
PITTERI LUIGI Venezia
GIANNI GIUSEPPE Chioggia
CEROLDI LUIGI GIOVANNI Venezia
MOLIN LUIGI Burano – Venezia
RAVAGNAN GAETANO Donada – Rovigo
SCARPA TOMMASO Chioggia
BORTOLUZZI FERDINANDO Venezia
PREGNOLATTO DOMENICO Contarina – Rovigo
GALLO EUGENIO PAOLO Adria – Rovigo
BOSCOLO LUDOVICO Chioggia
FERLE REDENTORE Venezia
GRASSO LUIGI ANTONIO Chioggia
MARELLA LUIGI ANTONIO Chioggia
NARDETTO DOMENICO Padova
LAZZARI FRANCESCO Venezia
GARBISSI PIETRO Venezia
FANUTO DOMENICO Venezia
SALVAZZAN ANTONIO Padova
ALLEGRETTO LUIGI Burano – Venezia
VARISCO FRANCESCO Chioggia
BENETTI PASQUALE Padova
BUSETTO CARLO Pellestrina – Venezia
PENSO LUIGI detto MUNEGA Chioggia
NOVELLO RINALDO Venezia
BOSCOLO CASIMIRO Chioggia
VENTURINI ANGELO detto CIOCOLIN Chioggia
DONAGGIO FRANCESCO Chioggia
NORDIO LUIGI Venezia
MELOCCO detto MEOCCO GIOVANNI Venezia
BOSCOLO VINCENZO Chioggia
SFRIZO AUGUSTO Chioggia
ALLEGRETTO (NEGRETTO) AUGUSTO Burano – Venezia
GALIMBERTI GIOVANNI Chioggia
Per tutti questi veneti colpevoli solamente di aver fatto il loro dovere c’è il più assoluto disinteresse, non una via, una piazza, niente di niente che li ricordi.
Credo che nell’avvicinarsi del centocinquantesimo anniversario sia doveroso riparare a questa scandalosa mancanza.
Le sconfitte di Lissa e di Custoza caratterizzarono la III guerra di indipendenza dell’Italia. E il Veneto fu prima passato dall’Austria alla Francia e da questa “girato” ai Savoja proprio per rendere palese il “prestigio” internazionale del regno tricolore in quegli anni.
E a Napoleone III, imperatore dei francesi, non resterà che dire riferendosi agli italiani: “Ancora una sconfitta e mi chiederanno Parigi”.
Qualche settimana dopo, il 21-22 ottobre 1866 si svolse quel plebiscito-truffa attraverso il quale il Veneto venne annesso al Regno d’Italia, plebiscito che rimane negli annali della storia come una delle votazioni più truccate, e che si tenne, tra l’altro, due giorni dopo che il Veneto era già stato “passato” ai Savoia in una oscura stanza dell’Hotel Europa lungo il Canal Grande.
ETTORE BEGGIATO
Autore di “Lissa, l’ultima vittoria della Serenissima”
Per “Padano”: io sono veneto, veneto e basta. Non sono un veneto austriacante, non sono veneto-italiano, nè un veneto-padano. Sono un veneto e basta. Ho un’unica bandiera, quella con il Leone di San Marco, ho una Patria sola, il Veneto, e una sola identità, quella veneta. Non mi sembrano concetti estremamente difficili da capire. Serenissimi saluti.
Peccato.
Io sono piemontese, ma mia nonna era veneta.
Innanzitutto mi scuso per avere definito il veneto un dialetto, anziché una lingua.
Ritengo che ipotizzare uno Stato Veneto indipendente sia utopistico: dal punto di vista storico, non sarebbe in nessun modo individuabile come erede della Serenissima (in quanto sono ovviamente irrecuperabili i domini d’oltre mare, dai quali derivava l’identità della Repubblica, sovranazionale e marittima); dal punto di vista economico, il Veneto è parte integrante del “Sistema Nord”, o Padania che dir si voglia, o altro (io preferisco la storica denominazione di Lombardia, intesa come “Longobardia”).
Ma lo capite che aspetti come lingua, tradizioni, etnos, non significano nulla nel XXI secolo? Questi sono orpelli da nazionalismo ottocentesco!
Oggi solo l’economia conta.
Ricambio i saluti, con la speranza che Lombardi, Piemontesi, Veneti, etc. superino i particolarismi che da 2.237 anni fanno il gioco di Roma (divide et impera).
“PADANO”,
e’ la storia che ci da’ il diritto..! Non viceversa.
Ma se tratti la lingua veneta come dialetto sei predisposto a stare SOTTO DOMINIO.
Non ci sono altri argomenti vista la innata sottomissione naturale.
Auguri per una pronta guarigione o DISINCANTO..!!
Salam
Ho già ammesso di aver sbagliato a definire il veneto dialetto anziché lingua.
La storia non dà alcun diritto.
Il diritto lo dà la forza: i Veneti non avranno mai la forza di avere l’indipendenza.
Il Nord ce l’avrebbe.
Aleikum salam.
@GPaolo
E a tutti gli altri veneti nostalgici degli Asburgo.
Perché nel 1848-49 l’insurrezione antiaustriaca fu un fenomeno veramente di massa (così come in Lombardia), e le città che si arresero per ultime furono Venezia e Brescia (quest’ultima per secoli città della Serenissima)?
Egr. Padano, No! Non erano degli imbecilli come lei dice. ma erano ragazzi che sapevano in che mani andavano a finire in caso di sconfitta. I problemi per il Veneto e Friuli sono venuti dopo e non prima del 1866.
I veneti che hanno combattuto e vinto a lissa sono eroi. Hanno solo difeso la propria patria. Alla fine hanno combattuto per l’Austria (paese straniero) contro l’italia (paese straniero) stessa cosa nella grande guerra anzi peggio ditrutto territorio e famiglie. Comunque potevano starsene a casa tutti specialmente l’italia con la scusa di liberare i veneti li ha inglobati in uno stato che a portato fame miseria guerre ingiustizie. Molti partirono in merica erano profughi. La venetia sta bene da sola sarebbe come la Svizzera oggi altro che itaglietta col suo inno mamelengo ora insegnato a scuola per fare il lavaggio del cervello ai binbi. Se devo scegliere il futuro subito la ricostruzione della Repubblica veneta se non si puo e mi mettono a scegliere fra Austria o italia senza batter cilio scelgo Austria.
W s.marco w i nostri eroi veneti ricordiamoli senpre.
Ma podopo aver leto el to articoeo i veneti de sangue i dovaria SUSULTAR, saltar so ea carega o se i xe moribondi, saltar sul leto. No parlemo de quei in tonba xa.
Invense: i se ranichia come fa i porseeti risi co i se troa in pericoeo.
Ma ke kax ghe gai fato a sti veneti par vedarli cusi’ sensa BAE..???
PSM
Ma caro Ettore, l’italia e’ sempre la stessa da appena nata kattokomunista..!
Che si vuol sperare da un sistema dittatoriale bianco-rosso e camaleonte..?
Fin che le IKS (X) vanno in una certa direzione, cioe’ il mantenimento di questo ALKATRAZ, non c’e’ assolutamente speranza..!!
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I veneti in particolare sono tutti colpiti dalla sindrome di Stockolmona. Li trattano, infatti, da STOCKOLMONE.
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O si cambia musica o SOCCOMBEREMO..!! Anzi. Stiamo gia’ soccombendo perche’ si festeggia per lo spostamento dei 101 dalmata (per stare con la favola dei 101) ma non si tiene conto che il DENOMINATORE COMUNE E’:
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MANTENERLI tout court..!
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A Quinto di Treviso NESSUNA vittoria, ma la solita presa per i fondelli o culo che dir si voglia, da parte dello stato e status.
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La prefetta sa di no aver perso per cui… sempre sotto siamo, fin che NON IMPAREREMO A LEGGERE I FATTI PER NON SOCCOMBERE. Non per avere ragione, ma solo per NON SOCCOMBERE..!!
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AUGURI
Non ho mai capito la “nostalgia” veneta per gli Asburgo: gente che rapinò i mille anni di libertà della Serenissima, avendo la faccia tosta di non restituire (1814) il maltolto che avevano rubato mediante il patto scellerato con l’orribile corso (1797).
E quegli imbecilli a combattere per i loro aguzzini (1866), che se li erano comprati con quattro parole in dialetto.
“padano”,
sei partito bene ma hai chiuso male: non dialetto (perche’ fai il taliano e non il padano?) ma in lengoea veneta..!
Dai fatti li riconoscerete… beh, sta scritto..?
Uso la lingua italiana perché le lingue e i dialetti della Longobardia sono troppo diversi e incomprensibili tra di loro (tanto che c’è chi, come michelelfrer, deve ricorrere al bilinguismo).
D’altro canto anche gli Irlandesi parlano in inglese (spesso esclusivamente): ciò li rende forse meno Irlandesi?
Ma fa gni la pel d’ oc a pensá la forsa che la ghia la Serenissima con bresà al so fianc.
Mi fa venire la pelle d’ oca pensare la forza che aveva la Serenissima con Brescia al suo fianco.
E che dì del Piemunt, cun Nisa e la Savoja? E la Luguria? E con cul’isula lagiù, piena ‘d faje?