di ROBERTO BERNARDELLI – Ci siamo. Un ritocchino al casello, domenica scorso alla barriera di Milano altri 10 centesimi per fare la cresta sulla solita tassa sulla circolazione. E poi c’è la questione vergognosa delle accise. L’altro giorno si è schierata decisamente contraria all’eventuale aumento delle accise sui carburanti, anche la Cgia di Mestre. Dal 2011 ad oggi ci sono stati 7 rincari che hanno fatto impennare del 29% le accise sulla benzina e addirittura del 46% per quelle applicate sul gasolio da autotrazione. Attualmente, a causa del peso delle accise, ogni qual volta ci rechiamo presso un’ area di servizio a fare il pieno alla nostra autovettura versiamo al fisco 0,728 euro ogni litro di benzina e 0,617 euro ogni litro di gasolio. “Ricordiamo che l’aumento delle accise – commenta il coordinatore della Cgia Paolo Zabeo – innescherebbe il meccanismo delle tasse sulle tasse. Beh, cara Cgia, anche solo andare a lavorare a Milano o in Lombardia è una tassa.
Ritoccando ancora poi le accise all’insù, infatti, queste ndrebbero ad aumentare la base imponibile su cui si applica l’Iva. “Per le casse dello erario si tradurrebbe in un doppio vantaggio a scapito dei consumatori”, commenta la Chia. Se teniamo conto che l’aumento del prezzo del petrolio sta facendo salire i prezzi alla pompa dei carburanti, un ulteriore aumento delle accise peggiorerebbe la situazione. Ma il governo che tassa solo chi lavora, non ha altre soluzioni per mantenere la spesa pubblica e il parassitismo di Stato. Avanti così!