Bandiera lombarda: Rosa camuna o svastica o rubinetto? Il dibattito accende i social contro la Lega che inneggia al desing

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di BENEDETTA BAIOCCHI – Una bandiera è un vessillo che rappresenta una identità. Più o meno è così. Tranne che, a quanto pare, in Lombardia. E ad accendere gli animi lumbard è stato l’intervento di un consigliere regionale della Lega Salvini, Alessandro Corbetta, su un quotidiano vicino ai populisti salviniani. Cosa afferma il consigliere, inconsapevole di sollevare un polverone mediatico? Ecco.

“Finalmente la Lombardia si appresta a riconoscere una propria bandiera ufficiale al pari delle grandi regioni europee”. E’ quanto commenta il firmatario del provvedimento e consigliere regionale della Lega, Alessandro Corbetta a seguito dell’approvazione in commissione cultura del progetto di legge (primo firmatario il consigliere regionale leghista Curzio Trezzani) che istituisce la Rosa Camuna come bandiera ufficiale della Regione Lombardia e la fascia istituzionale per il presidente.

“Da anni – spiega Corbetta – è vivace il dibattito su questo tema: la nostra regione è infatti piena di simboli storici e identitari, ma nessuno di essi rappresenta in toto quella che è attualmente la Lombardia. L’unico simbolo che ormai per tutti i cittadini identifica la Regione è la Rosa Camuna, nella versione ideata nel 1975 da  importanti designer lombardi e adottata come stemma della Regione”.

“Questo simbolo – spiega Corbetta – è affascinante perché racchiude le radici più antiche della nostra terra, ossia le incisioni rupestri realizzate in Valcamonica nella preistoria, con un design moderno e proiettato al futuro. In poche parole – conclude Corbetta – la Rosa Camuna rappresenta la grandezza della Lombardia attuale: un terra con alle spalle una storia millenaria, ma sempre capace di rinnovarsi e in grado di affrontare le sfide future conscia di essere una delle potenze economiche e sociali più importanti d’Europa”.

Mai lo avesse detto. Perché a fare le pulci, il pelo e il contropelo al giovane amministratore, sono stati i commenti su facebook. Giuseppe Reguzzoni, scrive: “Ecco che cosa succede a far politica senza aver un pochino studiato e aperto qualche libro. Il “rubinetto” di Miglio – afferma il professore e scrittore – è la “rosa camuna” stilizzata in formato da cartone animato nippo-pentapartitico e politicamente corretto da dei designer del giro craxiano milanese. Infatti, la “rosa camuna”, a sua volta, non è una che delle tanti varianti della “svastica”. Va là, por fio, impara un po’ la storia che non fa mai male. Ps: NON è il simbolo della Lombardia”.

 

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 E a stretto giro di posta, al dibattito si aggiunge la voce fuori dal coro di Roberto Insubre Stefanazzi Bossi.
” Glielo dite voi a Corbetta che la Rosa Camuna non è una Rosa non è Camuna ma è uno SVASTICA? Moderna, rivista e inventata dallo studio di designer (non storici, non araldisti,non vessillogi) Munari-Noorda-Sambonet-Tovaglia ma sempre la Svastica è, “politicamente corretta”, un “Svastica democristiana” (cit. Gilberto Oneto), o più popolarmente parlando ma dal profondamente significativo “la manopola di un servizio idrosanitario” (cit. Gianfranco Miglio).

Le uniche motivazioni addotte sono che “non si è mai proceduto a colmare la lacuna riguardante la bandiera. La proposta di questo progetto di legge è quindi di riconoscere la Rosa Camuna, ormai simbolo consolidato a tutti i livelli (comunale, nazionale, europeo e internazionale), quale bandiera istituzionale di Regione Lombardia. La bandiera è da sempre un simbolo importantissimo per i popoli, che ne rappresenta la fierezza, l’orgoglio e la storia e li rende univoci rispetto ad altre comunità, riconoscendo al singolo l’appartenenza ad una collettività con una propria cultura e con delle proprie tradizioni. Innumerevoli dimostrazioni di ciò si possono ritrovare in altre Regioni italiane ed estere, come ad esempio in Sardegna, in Sicilia, in Veneto oppure in Catalogna e nei Paesi Baschi”.

Ma le regioni citate utilizzano bandiere storiche SECOLARI non un’INVENZIONE degli anni 1970 di un gruppo di designer!”.

Certo che per la terra dei Visconti e degli Sforza, vedersi sorpassati da un accessorio, vuol dire avere avuto degni eredi. Su una cosa ha ragione Stefanazzi. Quel simbolo sbieco è freddo, anonimo, e burocratico. E’ la “carta del ospedali” e della tessera sanitaria. Dei prelievi. Appunto, visto che si è in Lombardia.

 

Più tardi ancora Stefanazzi entra nel merito.

“Articolo 2 
(La bandiera della Regione Lombardia)
1. La bandiera della Regione della Lombardia è una croce curvilinea argentea in campo verde inclinata in senso orario di cui all’art. 1 comma 1 della l.r. giugno 1975 , N. 85 “stemma e il gonfalone della regione”.
(omissis)
Articolo 3
(La Fascia istituzionale)
1. La fascia istituzionale, da portarsi a tracolla dalla spalla destra al fianco sinistro, riporta una croce curvilinea argentea in campo verde inclinata in senso orario che deve trovarsi, una volta indossata la fascia, all’estremità inferiore a sinistra.
2. La fascia è segno distintivo di Regione Lombardia ed è assegnata al Presidente della Giunta regionale e al Presidente del Consiglio regionale, l’utilizzo compete ad essi, previa intesa, in occasione di manifestazioni ufficiali al fine di rendersi immediatamente distinguibili.
(omissis)
Analizzando le pregresse proposte avanzate dalla Lega in Regione dagli anni 1990 alla precedente legislatura regionale emerge che per ben 15 -quindici- anni la Lega ha riproposto ad ogni legislatura la proposta di adottare la bandiera crociata -anche qui erroneamente chiamata di San Giorgio!- richiamando la battaglie contro il Barbarossa i Liberi Comuni medioevali e amenità simili, ma non se ne fece mai nulla (qui sotto fig. n. 13). Nel 2007 Regione Lombardia tramite il proprio ente regionale di studi IRER promuove un corposo -ed ad oggi ancora unico- studio ufficiale in materia di araldica regionale dal quale emerge la proposta di adottare il Ducale quale bandiera della Regione, nel modello “modernizzato” rettangolare di Marco Foppoli e anche questo finì nel dimenticatoio. Nel 2005 e ancora nel 2011 l’ex MGP ora Giovani Leghisti (sigh!) promossero due convegni uno addirittura all’ex Senato di Milano ora ASMI alla presenza del compianto prof. Albertoni -io c’ero- nei quali si propose ancora la Croce di San Giorgio e addirittura o stesso prof fu agghingato con una fascia regionale di dimensioni eccessive ! Sempre nel 2011 escono alcuni bozzetti (qui sotto figg. nn. 14-19) variabili combinazioni di croce e rosa che al voto popolare on line raccolsero la miseria di 5.500 voti su 10 mln di abitanti e non se ne fece nulla come per la proposta n. 20 e la più orribile di tutte, la n. 21 sempre targata lega del 2015 che finì E MANO MALE !!!! nella rumenta a fine consiliatura dopo 2 dico 2 riunioni della commissione in materia in 5 anni anche se affiancava il Ducale quale bandiera storica ma facoltativa ! Oggi si arriva alla RESA con la richiesta di adottare il rubinetto di migliana definizione. Se questi sono i precedenti c’è solo da stare tranquilli.
Le conclusioni le aveva già tracciate Gilberto Oneto nel suo studio al convegno a Somma nel 2015 edite nel 16: le proposte leghiste della bandiera lombarda sono sempre state un paciocco. C’è una Lombardia storica che potrebbe essere rappresentata dalla Croce, c’è una Lombardia storica che ha il Ducale e c’è una finta Lombardia amministrativa dello stato italiota che “è una invenzione e merita il simbolo inventato: perciò tanto vale tenersi la rosa camuna e occuparsi di cose più serie” (G:O:, Il “paciocco” della bandiera lombarda, in Il Ducale, Atti del Convegno 18-4-2015, Terra Insubre, 2016. 
…e qui finisce la commedia.

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